Come cambia il sonno negli anziani? I principali disturbi e come trattarli

27 gennaio 2023 Salute e prevenzione
sonno negli anziani come cambia disturbi

Con l'avanzare dell'età il sonno subisce dei cambiamenti di tipo quantitativo e qualitativo. Negli anziani queste modifiche fisiologiche possono frequentemente determinare disturbi che rendono il riposo instabile e di cattiva qualità, mettendo a rischio la salute e il benessere. In molti casi, a queste variazioni legate all’invecchiamento si aggiungono anche cattive abitudini e patologie che impediscono di dormire bene.

In questo articolo illustreremo come cambia il sonno negli anziani e quali sono i principali disturbi del sonno che possono manifestarsi nella terza età. Analizzeremo le possibili cause, le conseguenze che rischiano di provocare e il legame che c’è tra i disturbi del sonno e la demenza senile

Inoltre, cercheremo di capire come prevenire e trattare queste problematiche, in che modo un corretto stile di vita può aiutare a dormire meglio e quando è utile una terapia farmacologica.

Come cambia il sonno nel corso della vita e che differenza c'è tra il sonno negli anziani e nei giovani

Con il trascorrere degli anni, nel nostro corpo si verificano cambiamenti che influenzano sia la durata che la struttura del sonno. Questo processo fisiologico comincia a partire dai 50 anni perché il cervello inizia a produrre meno melatonina, un ormone che gioca un ruolo essenziale nella regolazione del ritmo circadiano (cioè il ciclo sonno-veglia), e che quindi è determinante per un sonno di buona qualità.

Nelle persone anziane, al calo di produzione di melatonina si uniscono altri fattori che influiscono sulle caratteristiche del riposo:

  • una riduzione del sonno profondo Non-REM, specialmente nei primi cicli del sonno: questo compromette la corretta alternanza tra le diverse fasi del sonno, rendendolo meno ristoratore;
  • tempi più lunghi per addormentarsi dopo essere andati a letto;
  • frequenti passaggi a stadi di sonno più leggero e di veglia mentre si dorme, con maggiori difficoltà a riaddormentarsi.

Il sonno negli anziani, quindi, tende a essere più frammentato ed è caratterizzato da numerosi risvegli. In media, rispetto ai giovani, gli anziani tendono ad addormentarsi e svegliarsi prima e a dormire di meno durante la notte. 

La quantità di sonno notturno, tuttavia, non è una variabile determinante per un buon riposo. Come sottolinea l'Istituto Superiore di Sanità (ISS), infatti, non esistono linee guida che definiscono le ore di sonno raccomandate per ogni fascia di età: mediamente, per un adulto, gli esperti considerano adeguato dormire tra le 7 e le 9 ore a notte.

L'aspetto davvero importante, invece, è la qualità del sonno, che nella terza età subisce un generale peggioramento: come sottolinea la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG), gli anziani tendono spesso a soffrire di disturbi del sonno che li portano a svegliarsi con la sensazione di non aver riposato bene

I principali disturbi del sonno nella terza età

Uno dei disturbi del sonno particolarmente diffusi tra gli anziani è l'insonnia: si manifesta soprattutto con difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni e tendenza a svegliarsi presto al mattino, che causano affaticamento o sonnolenza durante il giorno.

La sonnolenza diurna (o letargia) è infatti una condizione comune nella terza età, spesso proprio come conseguenza di un cattivo riposo notturno. Tuttavia, negli anziani può anche essere il sintomo di altre problematiche, per esempio il morbo di Parkinson, la depressione e la disidratazione. Come approfondiremo più avanti, inoltre, rappresenta un fattore che può predisporre allo sviluppo di demenza e Alzheimer. 

Per tutti questi motivi, la letargia non va sottovalutata perché potrebbe esporre gli anziani a gravi patologie, oltre a ostacolarli nelle normali attività quotidiane. Ricordiamo che le persone anziane  possono soffrire anche di agitazione notturna, spesso dovuta al sonno disturbato. Nei malati di demenza e Alzheimer, tuttavia, può anche essere un sintomo della “sindrome del tramonto”, un insieme di disturbi psicologico-comportamentali che si manifestano o si aggravano al calare del sole e che possono durare anche per tutta la notte. In questi casi, l’irrequietezza in genere si associa ad altre manifestazioni come ansia, allucinazioni, aggressività, rabbia e tendenza a vagabondare senza meta.

Le cause dei disturbi del sonno negli anziani

Come abbiamo visto, negli anziani i disturbi del sonno sono spesso una conseguenza naturale del processo di invecchiamento, ma possono dipendere anche da altri fattori, come la presenza di patologie, abitudini di vita sbagliate o l’assunzione di determinati farmaci.

I principali problemi di salute che si ripercuotono sul sonno includono:

  • disturbi respiratori, come le apnee ostruttive del sonno;
  • malattie neurologiche e degenerative, in particolare demenza e Parkinson;
  • patologie psichiatriche, come la depressione;
  • disturbi urinari;
  • patologie cardiovascolari;
  • disturbi endocrino-metabolici, fra cui diabete, ipotiroidismo e ipertiroidismo;
  • sindromi dolorose croniche come le malattie reumatiche.

Tra i farmaci che possono influenzare il sonno, invece, rientrano:

  • gli antipertensivi;
  • i cortisonici;
  • i diuretici;
  • gli antiparkinsoniani.

Gli anziani possono dormire male anche a causa di una cattiva igiene del sonno, ovvero di abitudini sbagliate o condizioni ambientali o fisiologiche che ostacolano un riposo ristoratore, ad esempio:

  • i pisolini pomeridiani;
  • l'esposizione prolungata a stimoli luminosi, come la televisione nelle ore serali;
  • cene troppo abbondanti;
  • l'assunzione di alcolici o bevande eccitanti, come tè o caffè, prima di andare a dormire;
  • una camera da letto rumorosa o con temperature inadeguate (troppo calde o troppo fredde);
  • situazioni psicologicamente stressanti, come un lutto, contrasti familiari, preoccupazioni.

Quali sono le possibili conseguenze dei disturbi del sonno cronici?

I disturbi del sonno, soprattutto se tendono a persistere nel tempo diventando cronici, hanno ripercussioni molto gravi sulla salute delle persone anziane. 

In primo luogo, causano uno stato di malessere che condiziona le attività quotidiane e che si manifesta con:

  • stanchezza;
  • affaticabilità;
  • riduzione della capacità di concentrazione e della memoria;
  • alterazioni dell'umore e irritabilità;
  • perdita di energia e di motivazione;
  • mal di testa.

Queste problematiche, inoltre, rappresentano un fattore di rischio per numerose malattie. In particolare, come sottolinea la SIGG, è stato osservato che l'insonnia si associa a un maggiore rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, soprattutto malattie ischemiche, scompenso cardiaco e ictus ischemico. Da alcuni studi risulta anche che la privazione di sonno, così come il suo eccesso, sono correlati a un aumento della mortalità per cause cardiovascolari, cardiopatia ischemica cronica e ictus. 

Dormire male, inoltre, rende gli anziani più soggetti a decadimento cognitivo e demenza.

Demenza senile e sonnolenza: che legame c'è?

I disturbi del sonno si manifestano spesso in chi soffre di demenza, ma possono anche esporre a un maggiore rischio di declino cognitivo, demenza e Alzheimer. Come sottolinea la SIGG, infatti, è stato osservato che la difficoltà ad addormentarsi, il sonno frammentato e la sonnolenza diurna possono favorire l'accumulo a livello cerebrale di beta-amiloide. Questa proteina è considerata un importante indizio di Alzheimer perché tende a essere presente in quantitativi elevati, sotto forma di placche, prima che la malattia si manifesti con sintomi evidenti.

La sonnolenza diurna, e in generale i disturbi del sonno, determinando un aumento di questa proteina potrebbero giocare un ruolo nello sviluppo dell'Alzheimer e di altre forme di demenza. Per questo motivo, rappresentano anche un elemento molto importante per predire la futura comparsa di queste malattie neurodegenerative, aprendo la strada alla possibilità di individuare precocemente le persone a rischio e di prevenire l'Alzheimer

Come gestire i disturbi del sonno nell’anziano?

I disturbi del sonno nell'anziano sono una problematica che  richiede interventi mirati. In presenza di difficoltà a dormire, soprattutto se non sono occasionali, è consigliabile informare il medico curante, che suggerirà le terapie più indicate sulla base dei sintomi e delle condizioni di salute del paziente. È importante, infatti, comprendere la tipologia di disturbo del sonno di cui la persona soffre e le sue caratteristiche (durata, frequenza, andamento nel corso della notte), ma anche contestualizzarlo, verificando, ad esempio, se sono presenti altre patologie che ostacolano il riposo e che devono essere trattate. L'approccio terapeutico, quindi, deve essere personalizzato.

In generale, come sottolinea la SIGG, i disturbi del sonno traggono beneficio dall'adozione di buone abitudini che migliorano il riposo e dall'assunzione di farmaci mirati: esaminiamo più da vicino queste misure terapeutiche.

Le buone abitudini quotidiane per dormire bene

Alcune semplici regole di comportamento possono aiutare ad addormentarsi più facilmente e favorire un sonno di qualità. Ecco le principali buone abitudini che è utile che gli anziani adottino, suggerite dagli esperti:

  • mantenere orari regolari per coricarsi la sera e per alzarsi al mattino;
  • non leggere o guardare la televisione a letto;
  • evitare sonnellini durante la giornata;
  • a cena, prediligere piatti leggeri e poco calorici;
  • nelle ore serali non assumere alcolici e bevande stimolanti a base di caffeina, non fumare e non fare esercizio fisico;
  • interrompere le attività impegnative almeno un'ora prima di andare a dormire;
  • assicurarsi che la camera da letto sia priva di fonti di luce e di rumori che potrebbero disturbare il riposo.

Disturbi del sonno negli anziani: quando servono i farmaci

In alcuni casi, per gestire i disturbi del sonno negli anziani è necessaria una terapia farmacologica, che in genere si basa sull'utilizzo di ipnotici o sedativi. Questi medicinali devono sempre essere assunti dietro prescrizione del medico, evitando il fai da te e gli abusi e rispettando rigorosamente i dosaggi e la durata di trattamento indicati.

Solo il medico, infatti, è in grado di valutare l'opportunità di ricorrere a questi farmaci e di individuare quelli più adatti al caso specifico, sulla base delle caratteristiche del disturbo del sonno, delle patologie di cui il paziente soffre e degli altri medicinali che eventualmente assume.

Sedativi e ipnotici non sono privi di effetti collaterali, quindi devono essere somministrati con prudenza, in particolare nelle persone anziane. Per questo motivo, la comunità scientifica suggerisce di utilizzare ipnotici e sedativi negli anziani solo per brevi periodi di tempo e di preferire l’uso della melatonina nei pazienti al di sopra dei 55 anni di età per ripristinare la corretta fisiologia del sonno.

In generale, dunque, una valutazione medica è indispensabile in presenza di disturbi del sonno negli anziani per determinare se e quali farmaci siano indicati per trattarli.

L'assistenza domiciliare di PrivatAssistenza: un aiuto per favorire un riposo di qualità negli anziani

Come abbiamo illustrato, dormire bene è fondamentale per la salute psico-fisica nella terza età: prendersi cura di un anziano che necessita di assistenza richiede quindi cautele particolari nel caso in cui soffra di disturbi del sonno. In particolare, è essenziale aiutarlo ad adottare gli accorgimenti utili per dormire meglio, vigilare sul suo stile di vita, sull’alimentazione seguita e sulla corretta assunzione dei farmaci eventualmente prescritti. L'impegno dei caregiver, sia familiari che professionali, è dunque importantissimo.

Il servizio di assistenza domiciliare di PrivatAssistenza, prima rete nazionale per l'assistenza domiciliare ad anziani, malati e disabili con oltre 200 centri in tutta Italia, assicura attenzione anche da questo punto di vista. Operatori socio-assistenziali qualificati come badanti e OSS (Operatori Socio-Sanitari) sono in grado di occuparsi di tutte le esigenze quotidiane degli anziani e rappresentano un aiuto prezioso per prevenire e alleviare i disturbi del sonno, migliorare la qualità della loro vita e proteggerli dalle pericolose conseguenze di un cattivo riposo.

Vuoi sapere di più sui servizi a domicilio di PrivatAssistenza? Contatta il centro più vicino a te.

Crediti immagine di copertina: Ground Picture/Shutterstock.com

Ultimi articoli del Blog


Disartria: perché la logopedia è essenziale per il recupero del linguaggio

Invecchiando, è possibile notare l’insorgenza di alcune difficoltà nel parlare, come una maggiore fatica ad articolare le parole o la riduzione del tono di voce. Non a tutti succede, ma le cause possono essere molteplici, dalla perdita di denti alla mancanza di fiato, che può compromettere l’emissione della voce. 

Anche alcune specifiche malattie possono essere una delle cause della difficoltà a parlare, tra cui figura la disartria, ovvero un problema legato all’attività dell’apparato fonatorio (l’insieme di strutture che permette all’uomo di produrre suoni udibili). 

Vediamo da cosa è causata e come viene trattata.

Festa dei nonni e degli anziani: l'importanza di prendersi cura di loro

Il 2 ottobre si celebra in Italia la Festa dei Nonni e degli Anziani, un evento dedicato al ruolo fondamentale che queste figure rivestono nelle famiglie e nella società. Questa giornata, istituita nel 2005, non è solo un'occasione per celebrarli, ma anche un momento per riflettere sull'importanza di prendersi cura degli anziani e di mantenere saldo il legame intergenerazionale.
 

Continua a crescere il bisogno di assistenza domiciliare