I sintomi della disidratazione negli anziani: come riconoscerli, trattarli e prevenirli

21 luglio 2022 Salute e prevenzione
disidratazione negli anziani

La disidratazione, cioè un’insufficiente quantità di liquidi nell’organismo, è una condizione che con i suoi sintomi e le sue conseguenze può compromettere seriamente le funzioni vitali, la salute e il benessere degli anziani.

L'età avanzata aumenta questo rischio, sia perché lo stimolo della sete si riduce sia perché alcune problematiche possono rendere le persone anziane più soggette alla perdita di liquidi. È quindi fondamentale saper riconoscere i segnali di disidratazione e intervenire prontamente. Ancora di più, è importante aiutare gli anziani a bere a sufficienza, adottando buone pratiche per assicurarsi ogni giorno la giusta idratazione.

In questo articolo approfondiremo perché l'acqua è essenziale per la vita, capiremo cos'è la disidratazione, quali sono i campanelli d'allarme a cui prestare attenzione e come prendersi cura di un anziano disidratato.

Scopriremo anche come prevenire questa condizione e individueremo alcuni trucchi per stimolare gli anziani a bere di più.

L'importanza di una corretta idratazione

L'acqua è il principale costituente del corpo umano:  rappresenta il 60% del peso negli uomini adulti, il 55% nelle donne.  Questo elemento è indispensabile per molte funzioni vitali che, altrimenti, non potrebbero avvenire correttamente. L’acqua infatti:

  • regola la temperatura corporea;
  • lubrifica i tessuti, le articolazioni e gli organi, assicurandone la piena funzionalità;
  • stimola la digestione;
  • favorisce l'assorbimento delle sostanze nutritive presenti nei cibi e il loro trasporto alle cellule;
  • permette l'eliminazione delle sostanze di scarto e delle tossine attraverso urina e sudore.

Per questo motivo è importantissimo fornire ogni giorno all'organismo la quantità di acqua di cui ha bisogno. Il nostro corpo, infatti, la elimina costantemente con la sudorazione, la respirazione, l'urina e le feci: questa perdita fisiologica deve essere compensata con una corretta assunzione di liquidi e con un'alimentazione sana per mantenere in equilibrio il “bilancio idrico”, cioè il rapporto tra le “entrate” e le “uscite” di acqua.

Il rischio, in caso contrario, è la disidratazione, che si verifica quando l'organismo subisce un'eccessiva perdita d'acqua perché i liquidi che introduce sono inferiori a quelli che elimina. Questa condizione clinica può avere conseguenze molto gravi, specie per le persone anziane.

Perché gli anziani hanno un rischio più elevato di disidratazione?

Normalmente i nostri meccanismi di autoregolazione e la sensazione di sete ci avvisano quando è il momento di bere. Le persone anziane, tuttavia, hanno un rischio più elevato di andare incontro alla disidratazione a causa di una serie di fattori che le rendono più vulnerabili. Scopriamo quali sono:

  • minore percezione dello stimolo della sete;
  • modifiche nella composizione corporea, perché invecchiando aumenta la massa grassa (priva di acqua) e diminuisce la massa magra;
  • disfagia, ovvero la difficoltà a deglutire che ostacola l'assunzione di cibi e bevande, un disturbo che spesso si manifesta negli anziani e che può essere legato  a malattie neurologiche come il Parkinson, a problematiche cerebrovascolari, a disfunzioni dell’apparato digestivo;
  • perdita di autonomia, che può rendere difficile provvedere da soli alla propria idratazione;
  • deterioramento cognitivo, comune tra gli anziani, specie in presenza di malattie come demenza e Alzheimer;
  • incontinenza, che può portare ad assumere intenzionalmente meno liquidi per limitare il disagio;
  • terapia con farmaci che favoriscono una maggiore eliminazione di liquidi, come i diuretici, che provocano un aumento della produzione di urine (poliuria), gli antibiotici, che possono causare diarrea, e i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), che possono alterare la funzionalità renale.

Quanta acqua devono bere gli anziani? La quantità è variabile da persona a persona e dipende da molti fattori, come la temperatura esterna, lo stile di vita più o meno attivo, le condizioni di salute: in estate, con la febbre o se si fa sport, la sudorazione è più abbondante, mentre problematiche come diarrea e vomito comportano una perdita di liquidi. Tendenzialmente, ogni giorno eliminiamo in media tra i 2 e i 2,5 litri di liquidi, quindi questa perdita deve essere reintegrata con lo stesso quantitativo d'acqua, salvo indicazioni diverse del medico di famiglia. 

Il fabbisogno viene normalmente soddisfatto per il 70-80% attraverso le bevande e per il 20-30% con gli alimenti, come sottolinea l'EFSA (European Food Safety Authority), l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare. Per prevenire la disidratazione e le sue pericolose conseguenze è quindi importante sia bere a sufficienza che mangiare in modo equilibrato. Consigliamo comunque di rivolgersi sempre al proprio medico curante per conoscere il quantitativo esatto di acqua che l’anziano dovrebbe assumere durante i mesi estivi, e nel resto dell’anno. 

Le conseguenze della disidratazione negli anziani

L'impatto della disidratazione sulla salute può essere molto serio, soprattutto se questa condizione è grave e si prolunga per molto tempo. Una perdita di liquidi pari anche solo all'1% del peso corporeo si ripercuote in negativo sull'attività e sulle performance fisiche e mentali dell'organismo; una disidratazione più intensa, pari al 5% del peso, può causare crampi e debolezza, mentre una disidratazione del 10% rende concreto il rischio di colpi di calore e può arrivare a compromettere le funzioni vitali.

Una disidratazione persistente, inoltre, si associa a un significativo incremento del rischio di patologie, con effetti ancora più drammatici se questa condizione interessa persone fragili, spesso già con problemi di salute, come gli anziani.

Le principali conseguenze di questa condizione sono:

  • crampi;
  • debolezza muscolare;
  • irritabilità;
  • insufficienza renale, maggiore rischio di calcoli, infezioni urinarie dovute al peggioramento della funzionalità dei reni;
  • infezioni respiratorie;
  • tromboembolie;
  • aritmie cardiache;
  • delirio e allucinazioni;
  • tossicità farmacologiche, perché l'eccessiva perdita di acqua favorisce una maggiore distribuzione nei tessuti dei principi attivi contenuti nelle medicine;
  • colpo di calore, una condizione patologica caratterizzata da un forte aumento della temperatura corporea, che può essere legata all'alterazione della termoregolazione provocata dalla perdita di liquidi.

La disidratazione è dunque una condizione molto seria, che oltre a causare malessere determina un forte rischio di sviluppare patologie potenzialmente rischiose per la sopravvivenza. Per questo è fondamentale riconoscerla e trattarla tempestivamente, oltre che prevenirla. Particolarmente importante è proteggere gli anziani durante l’estate, quando il caldo e la sudorazione più abbondante aumentano il rischio di perdere liquidi.

I sintomi della disidratazione negli anziani

Come capire se un anziano è disidratato? Ci sono una serie di sintomi a cui prestare attenzione. È essenziale che i caregiver familiari e le figure specializzate in assistenza domiciliare, come  badanti, OSS (Operatore Socio-Sanitario) e infermieri, sappiano individuare questi segnali. I principali includono:

  • secchezza delle mucose della bocca e degli occhi;
  • lingua biancastra;
  • senso di affaticamento e sonnolenza;
  • stato confusionale, diminuzione del livello di attenzione e di concentrazione, difficoltà a parlare;
  • crampi muscolari;
  • vomito;
  • perdita dell’appetito;
  • urine scure;
  • intolleranza al calore;
  • tendenza a urinare poco frequentemente (meno di 4 volte al giorno);
  • vertigini.

Anche la perdita di peso può essere indicativa di una disidratazione in atto ed è più o meno significativa a seconda del grado di severità di questa condizione: come ricorda l'Associazione Geriatri, un calo di peso del 3% è il segnale di una disidratazione lieve, un calo del 10% indica una disidratazione moderata, mentre se si perde il 15% del peso abituale la disidratazione è intensa.

Se lo stato di disidratazione è molto grave, possono verificarsi anche alterazioni dei parametri vitali, con conseguenze come:

  • rapido aumento della temperatura corporea;
  • tachicardia, cioè battito cardiaco accelerato;
  • forte calo della pressione (ipotensione);
  • aumento della frequenza respiratoria.

In presenza di uno o più di questi sintomi è importante non sottovalutare la situazione ma intervenire subito per ripristinare il corretto livello di idratazione, rivolgendosi al medico per farsi consigliare i provvedimenti più efficaci da adottare.

Come prendersi cura di un anziano disidratato

Come comportarsi se ci si accorge che un anziano è disidratato? La terapia cambia a seconda della gravità del disturbo e dei suoi sintomi.

In caso di disidratazione lieve, è sufficiente far bere acqua per reintegrare i liquidi persi. Il fabbisogno, da soddisfare lungo l'arco della giornata, può essere calcolato seguendo questo schema:

  • 100 ml di liquidi per ogni chilo di peso corporeo per i primi 10 kg;
  • 50 ml di liquidi per kg per i successivi 10 kg;
  • 15 ml di liquidi per ogni kg dopo i 20 kg.

Come ricorda la Società Italiana di Medicina Generale, per un conteggio più rapido basta moltiplicare il peso corporeo per 30 per stimare la quantità di acqua da assumere: una persona di 70 kg avrà bisogno di 2,1 l di acqua.

Se l'anziano non è in grado di bere, sarà necessario idratarlo con un sondino o somministrare liquidi per via endovenosa. Questa soluzione è consigliabile in caso di forte vomito, che rende impossibile assumere e trattenere liquidi, stato di incoscienza, disfagia grave.

Anche quando la disidratazione è molto severa i liquidi devono essere introdotti utilizzando una flebo di soluzione elettrolitica.

È comunque fondamentale rivolgersi al medico, che suggerirà il trattamento più indicato, soprattutto in presenza di disidratazione grave e quando l’anziano non è in grado di bere.

Trucchi per far bere un anziano e prevenire la disidratazione

Naturalmente, la migliore terapia resta la prevenzione, per evitare di sottoporre l'organismo allo stress provocato dalla perdita di liquidi.

Sia che l'anziano sia autosufficiente, quindi in grado di provvedere da solo alla sua idratazione, sia che venga accudito da una figura specializzata in assistenza, come una badante o un OSS, c’è una serie di buone abitudini da adottare per ridurre il rischio di disidratazione:

  • stabilire la quantità di acqua da bere ogni giorno (idealmente 8 bicchieri, ma va concordato con il medico);
  • Utilizzare una scheda di monitoraggio, cioè una tabella in cui prendere nota di tutti i liquidi assunti durante la giornata per essere sicuri di bere a sufficienza.
  • Seguire una dieta bilanciata, che preveda ogni giorno cibi idratanti, in particolare frutta e verdura, costituiti per l'85% da acqua, ma anche zuppe, minestre, vellutate e brodo. Soprattutto contro il caldo e le sue conseguenze, la corretta alimentazione degli anziani in estate è importante per mantenerli idratati.
  • Bere acqua, o invitare l'anziano a farlo, ogni ora e mezza, in modo da garantire una regolare assunzione di liquidi durante la giornata, anche in assenza dello stimolo della sete.
  • Evitare le bevande alcoliche e il caffè, che hanno effetti diuretici.

Ci sono anche piccoli “trucchi” che possono essere adottati da chi si prende cura di un anziano per incentivarlo a bere di più:

  • oltre all'acqua, proporre tè, infusi, spremute o succhi di frutta, che risultano più gradevoli;
  • somministrare le terapie farmacologiche con un bicchiere colmo d'acqua;
  • incoraggiarlo a bere una tisana prima di andare a letto.

Alcune problematiche, come la disfagia, rendono difficile deglutire. Può quindi essere utile adottare alcune accortezze per aiutare l'anziano a mangiare e a bere più agevolmente: imboccare la persona disfagica, somministrare acqua gelificata, sempre dietro prescrizione medica, prediligere cibi di consistenza morbida, come yogurt, semolino, patate lesse.

Spesso le terapie farmacologiche, i cambiamenti fisiologici legati all'età e le difficoltà di masticazione causano una perdita di appetito che può contribuire alla disidratazione. In questi casi, è importante stimolare gli anziani a mangiare con qualche piccolo accorgimento. Consumare pasti leggeri e frequenti a base di cibi morbidi e farlo  in compagnia sono strategie  utili contro l'inappetenza e permettono di assicurarsi la giusta idratazione anche attraverso un'alimentazione equilibrata e completa.

Lavorare con PrivatAssistenza per proteggere gli anziani dalla disidratazione

Come abbiamo visto, la disidratazione è un grave rischio per la salute, ma fortunatamente può essere prevenuta con semplici accorgimenti da adottare nel quotidiano. Se l'anziano ha necessità di essere assistito perché malato o non autonomo, è quindi importante che chi se ne prende cura lo sensibilizzi sull'importanza di bere a sufficienza, lo accudisca e lo sorvegli per garantirgli la corretta idratazione. 

Insieme ai caregiver familiari, che non sempre hanno la possibilità di occuparsi da soli dei loro cari, figure specializzate in assistenza diurna e notturna, come OSS, badanti e infermieri, sono dunque molto preziose per aiutare  le persone anziane a mangiare in modo equilibrato e a bere ogni giorno il giusto quantitativo di acqua, proteggendole dai pericoli della disidratazione. 

Il supporto di un operatore qualificato gioca anche un ruolo cruciale per cogliere subito i segnali di disidratazione e intervenire tempestivamente nel modo più opportuno, o allertare i soccorsi nelle situazioni di maggiore pericolo.

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