Caregiver: chi è, quali compiti svolge e cosa prevede la legge per questa figura

22 novembre 2022 Salute e prevenzione
anziano con caregiver

Caregiver: chi è, quali compiti svolge e cosa prevede la legge per questa figura

Essere un caregiver significa assistere quotidianamente una persona che, a causa di una malattia o di una disabilità, fisica o mentale, non è autosufficiente e in condizione di prendersi cura di sé e della propria salute.

Si tratta di un ruolo complesso e molto impegnativo, che spesso viene svolto da un familiare senza alcun supporto esterno e che comporta un carico elevatissimo di responsabilità e, di conseguenza, di stress.

In questo articolo approfondiremo chi è il caregiver, qual è la differenza tra caregiver familiare e caregiver professionale e le mansioni di cui questa figura si occupa.

Illustreremo brevemente le tutele e le agevolazioni previste in Italia a supporto di chi ogni giorno accudisce un proprio caro non autosufficiente, infine analizzeremo l'impatto di questo compito sull'equilibrio psicofisico dei caregiver familiari e gli interventi di sostegno che possono essere utili per alleggerire il carico assistenziale.

Chi è il caregiver: il significato di questo termine

Caregiver è un termine inglese che, letteralmente, significa “prestatore o fornitore di cura”. Con questa espressione, ormai entrata nell'uso comune anche nei Paesi non anglosassoni, si fa riferimento a una figura molto preziosa che ogni giorno assiste una persona anziana, malata o disabile non autosufficiente e non in grado di provvedere autonomamente alle sue necessità quotidiane.

Caregiver familiare e caregiver professionale: che differenza c'è?

Esistono due diverse tipologie di caregiver: il caregiver professionale, o formale, e il caregiver familiare, o informale.

Il caregiver professionale è la figura esterna che, per lavoro e dietro il pagamento di un compenso, presta assistenza a una persona malata, anziana o disabile, a domicilio o in una struttura residenziale. Rientrano in questa categoria gli OSS, operatori socio-sanitari specializzati in possesso di una specifica qualifica professionale, e le badanti.

Il caregiver familiare (o informale), invece, è chi in ambito domestico assiste a titolo volontario e gratuito un proprio caro che, per l'età avanzata o per motivi di salute, non è autosufficiente e ha bisogno di un supporto costante per lo svolgimento delle attività quotidiane e per la gestione della malattia. È un caregiver familiare il figlio che si prende cura del genitore anziano, il coniuge che assiste l'altro coniuge malato, il genitore che si occupa di un figlio disabile.

Quanti sono i caregiver familiari in Italia?

In Italia, anche a causa del progressivo invecchiamento della popolazione che fa aumentare le necessità di assistenza e di cura, i caregiver familiari sono moltissimi. Non esiste un dato ufficiale, ma stime recenti basate su due indagini ISTAT parlano di un numero compreso tra i 12 e i 7 milioni. Più in particolare, secondo lo studio del 2019 “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione Europea”, i caregiver familiari nel nostro Paese ammontano a circa 7 milioni. L'indagine sulla conciliazione tra lavoro e famiglia, relativa al 2018, aveva invece stimato che fossero più di 12 milioni i caregiver tra i 18 e i 64 anni che assistono familiari malati, disabili o anziani oppure figli minori di 15 anni, pari a quasi il 35% della popolazione.

Un microcosmo di persone che ogni giorno, con fatica e sacrifici, si prendono cura di un proprio caro bisognoso di assistenza, offrendogli sostegno per tutte le sue necessità e garantendogli una migliore qualità di vita.

Le mansioni e i compiti del caregiver

I compiti del caregiver possono variare a seconda delle condizioni di salute e delle esigenze della persona che accudisce, ma in genere consistono in attività di assistenza sia diretta che indiretta.

Le mansioni di assistenza diretta sono quelle finalizzate a soddisfare i bisogni primari, come la cura e l'igiene personale (lavarsi, vestirsi), la preparazione dei pasti, la pulizia della casa e l’aiuto per la corretta assunzione dei farmaci.

Tra le mansioni del caregiver ci sono anche una serie di attività di assistenza indiretta, come accompagnare l'assistito a visite mediche e gestire pratiche amministrative e burocratiche di cui non è in grado di occuparsi da solo, per esempio pagare le bollette o sbrigare gli adempimenti necessari per ottenere ausili e protesi, nel caso delle persone con ridotta mobilità.

In quest'ultimo ambito rientrano anche i compiti di sorveglianza attiva e passiva. La sorveglianza attiva prevede l'intervento diretto in caso di pericolo per l'assistito o per chi gli sta vicino.

La sorveglianza passiva, invece, riguarda soprattutto le persone allettate e consiste nel vigilare costantemente su di loro per prevenire eventuali problematiche che possono rappresentare un pericolo per la salute o l'incolumità. Come abbiamo visto parlando della sindrome da allettamento, controllare che non si sviluppino piaghe da decubito a causa della prolungata immobilità può essere una delle mansioni di questo tipo che spettano al caregiver.

Caregiver familiare: cosa prevede la legge italiana

In Italia, la figura del caregiver familiare è stata delineata per la prima volta a livello giuridico dalla legge di bilancio 2018 (legge n. 205 del 27 dicembre 2017), che l'ha definita come la persona che quotidianamente e gratuitamente accudisce un proprio caro non autosufficiente a causa di malattie o disabilità, anche croniche o degenerative (per esempio il coniuge, il convivente di fatto, una delle parti in caso di unione civile, un figlio o un altro familiare entro il terzo grado di parentela).

Attualmente, la figura del caregiver informale può beneficiare delle tutele previste dalla legge n. 104/92, che disciplina i diritti e l'assistenza della persona con handicap, stabilendo anche una serie di agevolazioni per il familiare che se ne prende cura e di requisiti per goderne. Tra le misure di sostegno rientra la possibilità di usufruire di permessi di lavoro giornalieri o mensili retribuiti e di ottenere un congedo straordinario retribuito. Per saperne di più potete leggere il nostro articolo dedicato alle agevolazioni connesse alla legge 104.

Fino a luglio 2025 i caregiver familiari possono, inoltre, accedere al cosiddetto Bonus caregiver. Si tratta di un sussidio, erogato dall'INPS, che è pensato per sostenere chi assiste un familiare non autosufficiente. Questa misura prevede sia un contributo economico sotto forma di rimborso delle spese sostenute per l'assunzione di un assistente domiciliare sia un contributo sociale, che consiste in prestazioni integrative offerte da strutture socio-sanitarie convenzionate, come la consegna di pasti a domicilio o il trasporto sanitario dell'assistito.

In assenza di una legge specifica a lei dedicata, la figura del caregiver familiare non è stata ancora completamente formalizzata e disciplinata dal punto di vista giuridico. Tuttavia alcuni passi in questa direzione, per quanto parziali, sono stati fatti, sia per definire i requisiti per essere riconosciuti come caregiver familiari sia per supportare chi svolge questo difficile compito.

Lo stress assistenziale del caregiver familiare

L'enorme carico assistenziale che il caregiver familiare deve sopportare lo sottopone a uno stress molto intenso. È il cosiddetto “burden del caregiver”, un malessere profondo che, se non riconosciuto e affrontato, può compromettere l’equilibrio psicofisico della persona e la qualità delle cure prestate al proprio caro.

Questa condizione è la conseguenza delle tante incombenze quotidiane da gestire, che possono portare il caregiver a trascurare i suoi bisogni e a sacrificare la vita personale, sociale e professionale per l'impossibilità di conciliarla con l'impegno di cura. A scatenare lo stress sono anche i sentimenti contrastanti con cui questa figura si trova spesso a fare i conti: la preoccupazione, la frustrazione per le rinunce, il timore di non essere all'altezza di un ruolo per cui non si hanno preparazione e competenze adeguate, la voglia di fuggire dalle responsabilità e il senso di colpa che questo desiderio, per quanto legittimo, provoca.

Di questi aspetti abbiamo parlato in una recente intervista alla psicologa Laura Gestieri, dedicata a come riconoscere e gestire lo stress del caregiver familiare. La psicologa ci ha illustrato i sintomi che possono essere il segnale di questo problema e spiegato l'importanza di non trascurarli e di riuscire a ritagliarsi del tempo per sé, coltivare le relazioni sociali e dedicarsi a un hobby per superare il senso di alienazione e di solitudine che derivano dalla propria condizione. 

Può essere utile anche chiedere un supporto psicologico per riuscire ad affrontare in modo più equilibrato un compito totalizzante come quello del caregiver. L'obiettivo è imparare a bilanciare le proprie esigenze con quelle del familiare accudito e a gestire le delicate implicazioni emotive di questo difficile ruolo.

I servizi di PrivatAssistenza a supporto del caregiver familiare

Anche rivolgersi a figure esterne alla famiglia – i caregiver professionali – può essere una soluzione per alleggerire il carico assistenziale, prevenendo e alleviando lo stress del caregiver.

PrivatAssistenza, prima rete nazionale specializzata nell'assistenza domiciliare ad anziani, malati e disabili attiva dal 1993, è una realtà solida e affidabile in grado di fornire questo tipo di supporto. All'interno del suo network di operatori socio-assistenziali, infatti, ci sono figure come badanti e OSS che possono affiancare o sostituire temporaneamente il caregiver familiare, consentendogli di recuperare un po' di serenità e di tempo per sé.

Spesso la fatica dell'assistenza nasce anche dalla necessità di assicurare al proprio caro alcune prestazioni sanitarie a domicilio per le quali non si sa a chi rivolgersi. Anche per questa esigenza può essere di aiuto PrivatAssistenza, che mette a disposizione dei caregiver tantissimi operatori sanitari domiciliari, come l'infermiere e il fisioterapista, oltre a offrire la possibilità di eseguire a casa esami strumentali come elettrocardiogramma e holter sfruttando le potenzialità della telemedicina.

Infine, grazie ai professionisti che collaborano con PrivatAssistenza, il caregiver che ha bisogno di un supporto emotivo può ricevere assistenza psicologica a domicilio: un'opportunità molto preziosa, che permette di conciliare la cura di sé con la necessità di non lasciare solo il proprio caro che si sta accudendo.

Sei un caregiver familiare e vuoi sapere di più su questi servizi? Contatta il centro PrivatAssistenza più vicino a te.

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