I requisiti per essere riconosciuti come caregiver famigliari

25 gennaio 2023 Salute e prevenzione
caregiver requisiti e agevolazioni

L’assistenza ai propri cari è un compito che accomuna sempre più persone. In Italia, secondo stime recenti basate su due indagini ISTAT, i caregiver che gratuitamente si prendono cura di un genitore malato o di un familiare non autonomo sono tra i 7 e i 12 milioni.

Queste figure sono fondamentali per la società, soprattutto in un Paese come l’Italia, caratterizzato da un generale invecchiamento della popolazione dovuto anche ai progressi della medicina. In questo articolo cercheremo di capire se è possibile essere riconosciuti formalmente come caregiver familiari, qual è la normativa di riferimento e quali requisiti bisogna possedere.

Illustreremo anche  le agevolazioni di cui il caregiver può godere e le tutele destinate alla persona che assiste.

Cosa significa essere un caregiver familiare?

La parola “caregiver” indica una persona che svolge attività di assistenza per qualcuno in condizioni di non autosufficienza. Nello specifico, il caregiver familiare (o informale) è colui che in ambito domestico si prende cura di un parente con necessità di assistenza continua.

A differenza del caregiver formale, che presta assistenza per lavoro e dietro compenso, il caregiver familiare non è quindi una figura professionale esterna pagata per il servizio che offre, ma una persona comune che, per scelta o necessità, assiste a titolo volontario e gratuito un suo caro, affrontando le incombenze quotidiane e le difficoltà, pratiche ed emotive, legate all'impegno di cura. In assenza di un parente dell’assistito disponibile a svolgere il ruolo di caregiver familiare, le soluzioni generalmente sono due: il ricovero presso una casa di riposo oppure l’assunzione di un caregiver professionale.

Ma come si diventa caregiver familiare? È possibile ottenere un riconoscimento del delicato ruolo che si ricopre? Scopriamo cosa prevede la legge.

È possibile farsi riconoscere caregiver?

In Italia, negli ultimi anni, vari disegni di legge hanno cercato di dare riconoscimento e sostenere il lavoro di assistenza verso una persona cara, che ha bisogno di supporto a causa di malattia o disabilità. Tuttavia, nessuno di questi tentativi si è ancora tradotto in una legge specifica che disciplini la figura del caregiver familiare, riconoscendone il ruolo e prevedendo diritti e tutele, di tipo previdenziale e retributivo.

Nel nostro Paese, a delineare per la prima volta caratteristiche e compiti del caregiver informale è stata la legge di bilancio 2018 (legge n. 205 del 27 dicembre 2017), che ha dato una definizione di questa figura: si tratta della persona che quotidianamente, gratuitamente e volontariamente accudisce un proprio caro, che per malattia o disabilità non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé.

Per la prima volta questo provvedimento ha istituito anche un Fondo statale per il caregiver familiare, che è stato dotato di 20 milioni all'anno, aumentati poi a 25 milioni di euro annui per il triennio 2019-2021 dalla legge di bilancio 2019.

Per il triennio successivo, il  Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 3 ottobre 2022 ha dato continuità a questo programma di supporto adottando il Piano Nazionale per la Non Autosufficienza 2022-2024 che, come vedremo più avanti, ha previsto misure di sostegno per i caregiver familiari.

La mancanza di una legge che riconosca il caregiver familiare

Nonostante siano stati fatti alcuni passi avanti, quindi, purtroppo manca ancora una legge che riconosca la qualifica di caregiver familiare e che destini apposite tutele previdenziali, professionali, assicurative e fiscali a questa figura. 

Lo status di caregiver familiare, le agevolazioni di cui può godere e i requisiti per ottenerle derivano soprattutto da altre norme che stabiliscono dei benefici rivolti alle persone disabili o invalide. Esaminiamo le principali e vediamo cosa prevedono.

I requisiti per essere riconosciuti caregiver e ottenere le agevolazioni per assistere i propri cari

In assenza di una disciplina specifica per i caregiver familiari, in Italia il riconoscimento di questa figura è subordinato al riconoscimento della disabilità della persona assistita.

A questo scopo, il principale riferimento normativo è rappresentato dalla legge 104 (legge 5 febbraio 1992, n. 104), che regolamenta l'assistenza, l'integrazione e i diritti delle persone con handicap. Oltre a stabilire una serie di tutele per gli assistiti, la legge 104 fissa anche alcune agevolazioni per i familiari che se ne prendono cura e i requisiti necessari per goderne.

Le condizione essenziale per beneficiarne è che la persona disabile sia portatrice di un handicap grave: l'assistito, quindi, deve essere affetto da “una minorazione fisica, psichica o sensoriale” che “abbia ridotto l'autonomia personale in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione”.

Gli altri requisiti richiesti prevedono che il caregiver familiare:

  • sia coniuge, parente o affine (la legge si applica anche a conviventi di fatto e parti di unione civile) entro il secondo grado, oppure, in determinate circostanze, entro il terzo grado;
  • presti assistenza volontariamente, gratuitamente, in modo permanente e per un periodo continuativo;
  • sia incaricato dell'assistenza dal familiare disabile.

La legge di bilancio 2018 considera caregiver familiare anche chi accudisce un proprio caro invalido che, ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18, beneficia dell'indennità di accompagnamento perché non è in grado di camminare senza l'aiuto di un accompagnatore e ha bisogno di un'assistenza continua per le attività quotidiane.

Quali sono le principali agevolazioni per il caregiver familiare?

Come abbiamo illustrato nell'articolo su come funziona la legge 104, questa norma è la prima ad aver stabilito agevolazioni specifiche a sostegno dei caregiver familiari. I benefici sono di natura lavorativa e fiscale e consistono in:

  • 3 giorni al mese di permessi retribuiti per i lavoratori dipendenti che assistono un familiare disabile;
  • un congedo straordinario di due anni destinato ai dipendenti che devono prendersi cura di un proprio caro non autosufficiente;
  • l'anticipo pensionistico (APE sociale), un'indennità erogata dall'INPS e riservata a chi assiste un familiare con grave disabilità.

A questa norma si sono poi aggiunte nel tempo altre disposizioni, come il cosiddetto Bonus caregiver e il Fondo per il caregiver familiare, che stabiliscono altre tutele.

Il Bonus caregiver per l’assistenza domiciliare

Il Bonus caregiver (HCP – Home Care Premium) è una misura di supporto destinata a chi si prende cura di un familiare non autosufficiente che necessita di assistenza domiciliare.

Prevede due diverse tipologie di benefici:

  • un contributo economico, che consiste in un rimborso delle spese sostenute per l'assunzione di un assistente domiciliare;
  • un contributo sociale, che dà la possibilità di usufruire di prestazioni integrative offerte da strutture socio-sanitarie convenzionate.

Il Fondo per l’assistenza ai caregiver

Come accennato, il Fondo per il caregiver familiare è stato previsto per la prima volta dalla legge di bilancio 2018 e poi riconfermato, con una dotazione aumentata, per il triennio 2019-2021. A definire criteri e modalità di utilizzo delle risorse del Fondo 2022 è stato il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità del 17 ottobre 2022, pubblicato il 27 dicembre 2022 in Gazzetta Ufficiale, che ha dato attuazione a quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024.

Si tratta di quasi 25 milioni di euro destinati alle Regioni, che dovranno trasferirli agli ambiti territoriali per la realizzazione di interventi di sollievo e di sostegno ai caregiver familiari. Le misure che potranno essere erogate includono:

  • assegni di cura;
  • bonus socio-sanitari utilizzabili per prestazioni di assistenza;
  • interventi di sollievo che permettano al caregiver di prendersi una pausa dal  compito di assistenza, per esempio attraverso il supporto di una figura che lo sostituisca o il ricovero temporaneo del proprio caro in una struttura residenziale;
  • percorsi di sostegno psicologico individuale o di gruppo.

Per conoscere in dettaglio le tutele previste nel proprio territorio di residenza, è consigliabile rivolgersi ai Comuni o alle Aziende Sanitarie.

Le tutele per l'assistito

Ricordiamo che anche la persona non autosufficiente che necessita di assistenza può usufruire di una serie di tutele. Come abbiamo illustrato nell’articolo sulla legge 104, questo provvedimento prevede che il disabile abbia diritto a:

  • permessi lavorativi orari retribuiti;
  • permessi lavorativi mensili retribuiti fino a un massimo di tre giorni al mese;
  • agevolazioni fiscali (detrazioni, esenzioni, riduzione dell'IVA) per l'acquisto di veicoli per la propria mobilità e di mezzi di ausilio e sussidi informativi per favorire l'autosufficienza e l'integrazione, oltre che per la realizzazione di interventi di abbattimento delle barriere architettoniche;
  • la possibilità di dedurre le spese sanitarie, sia generiche che per l'assistenza specifica.

Inoltre, la legge 11 febbraio 1980, n. 18 prevede che le persone a cui sia stata riconosciuta un'invalidità possano beneficiare di un'indennità di accompagnamento. Agli invalidi civili sono destinate anche altre forme di tutela previste dalla legge 30 marzo 1971, n. 118, ovvero la pensione di inabilità, riservata a chi ha un’invalidità totale, e l’assegno di invalidità, destinato alle persone con una capacità lavorativa parzialmente ridotta.

PrivatAssistenza: un aiuto specializzato a domicilio per i caregiver familiari

Come abbiamo visto, le tutele a sostegno dei caregiver sono numerose, ma purtroppo non sempre sufficienti a coprire le necessità delle famiglie che ogni giorno si prendono cura di un proprio caro non autosufficiente. Prestare assistenza quotidiana a una persona disabile è un impegno gravoso, sia materialmente che psicologicamente, e sottopone il caregiver a un carico emotivo e di responsabilità che può portarlo a trascurare i suoi bisogni e causargli un malessere profondo, il cosiddetto stress del caregiver. 

Per questo motivo, può essere utile chiedere aiuto a realtà specializzate che affianchino la famiglia in questo delicato compito di cura. Un supporto in questo senso può arrivare da PrivatAssistenza, prima rete nazionale per l'assistenza domiciliare ad anziani, malati e disabili con oltre 200 centri in tutta Italia. 

Si tratta di una realtà solida e con un'esperienza trentennale che mette a disposizione operatori socio-assistenziali come badanti e OSS (Operatore Socio-Sanitario), figure qualificate in grado di occuparsi di tutte le necessità dell'assistito offrendo alle famiglie il sostegno di cui hanno bisogno.

All'interno del network di PrivatAssistenza sono presenti anche operatori sanitari che permettono di usufruire di molte prestazioni a domicilio, come l'assistenza infermieristica, la fisioterapia e la consulenza psicologica, utile sia per supportare il malato sia per sostenere il familiare.

Sei un caregiver familiare e hai bisogno di aiuto per prenderti cura di un tuo caro? Contatta il centro PrivatAssistenza più vicino a te.

 

Crediti immagine di copertina: pikselstock/Shutterstock.com

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