Indennità di accompagnamento: chi ne ha diritto?

29 maggio 2023 Salute e prevenzione
Indennità di accompagnamento: chi ne ha diritto?

L'indennità di accompagnamento è una misura di sostegno destinata agli invalidi totali che non sono in grado di camminare da soli o di svolgere in autonomia le normali attività quotidiane. Possono beneficiarne gli anziani non autosufficienti e, più in generale, tutte le persone che, a causa della loro condizione, hanno bisogno di assistenza costante.

In questo articolo spiegheremo in cosa consiste l'assegno di accompagnamento, chi ne ha diritto, quali sono i requisiti per richiederlo e come fare domanda per ottenere questa agevolazione che tutela gli invalidi e dà supporto ai caregiver che se ne prendono cura.
 

Cos'è l'indennità di accompagnamento

L'indennità di accompagnamento è un sostegno economico a carico dello Stato erogato dall'INPS e previsto dalla legge 11 febbraio 1980, n.18. È riservato agli invalidi civili al 100% che non sono in grado di camminare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore o di svolgere autonomamente le normali attività quotidiane. Si tratta, dunque, di un'importante agevolazione per le persone invalide che necessitano di un'assistenza continua e per i loro caregiver: il familiare che accudisce un proprio caro invalido, infatti, può utilizzare l'assegno di accompagnamento per sostenere le spese di assistenza, eventualmente anche attraverso un supporto domiciliare professionale nel caso in cui avesse bisogno di aiuto.
 

Chi può beneficiare dell'indennità di accompagnamento

L'indennità di accompagnamento spetta ai mutilati e agli invalidi civili totalmente inabili a causa di malattie fisiche o psichiche, per i quali sia stata accertata l'impossibilità di camminare senza il supporto di un accompagnatore o di compiere i normali atti della vita quotidiana in modo autonomo. Possono beneficiarne tutti i cittadini invalidi totali, indipendentemente dal reddito e dall'età, ovvero bambini, adulti e anziani in possesso dei requisiti sanitari e amministrativi previsti dalla legge.

Tra le patologie che danno diritto a fare domanda per l'indennità di accompagnamento rientrano i tumori: come ricorda AIMAC (Associazione Italiana Malati di Cancro, Parenti e Amici), infatti, possono beneficiarne i malati oncologici che non sono autosufficienti a causa delle loro condizioni di salute o delle terapie a cui si sottopongono. Anche l'epilessia è una delle patologie per cui è possibile ottenere il riconoscimento dell'invalidità civile, in percentuale diversa (ovvero con un punteggio differente) a seconda della sua gravità: per godere dell'indennità di accompagnamento, è necessario che sia accertata la presenza di un'invalidità totale. Infine, questa agevolazione spetta anche ai malati di Alzheimer e demenza grave, due malattie che danno diritto al riconoscimento del 100% di invalidità.
 

Indennità di accompagnamento e legge 104: che differenza c'è?

L'indennità di accompagnamento è una misura distinta dalle agevolazioni previste dalla legge 104: entrambe sono finalizzate a supportare persone in condizioni di non autosufficienza e, proprio per questa ragione, vengono talvolta confuse. Che differenza c'è? Come abbiamo spiegato nell'articolo dedicato alla legge 104 del 5 febbraio 1992, questo provvedimento prevede una serie di tutele lavorative, come permessi e congedi retribuiti, destinati alle persone con una grave disabilità, ovvero con una minorazione fisica, psichica o sensoriale che ha ridotto la loro autonomia e che rende necessaria un'assistenza permanente. L'indennità di accompagnamento, invece, viene riconosciuta in presenza di un'invalidità civile totale, ovvero di una problematica di salute, fisica o psichica, che ha compromesso la capacità lavorativa della persona in modo irreversibile. Si tratta di due situazioni che danno diritto a misure di sostegno diverse e richiedono differenti procedure di accertamento sanitario, ovvero di verifica del possesso dei requisiti per beneficiarne. La persona invalida al 100%, quindi, non gode automaticamente delle tutele previste dalla legge 104, e viceversa.
 

Quali sono i requisiti per ottenere l'indennità di accompagnamento?

L'indennità di accompagnamento, come ricorda l'INPS, può essere concessa in presenza dei seguenti requisiti:

  • inabilità totale e permanente (100%): per i minorenni e gli ultrasessantacinquenni è sufficiente che vengano accertate l'impossibilità di camminare da soli o la presenza di difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età, perché si tratta di persone non ancora entrate o già uscite dal mondo del lavoro, la cui capacità lavorativa non è dunque valutabile;
  • impossibilità di camminare autonomamente senza l'aiuto permanente di un accompagnatore oppure impossibilità di compiere autonomamente le azioni della vita quotidiana senza un’assistenza continua;
  • residenza stabile e abituale sul territorio nazionale;
  • cittadinanza italiana;
  • per i cittadini stranieri comunitari, iscrizione all’anagrafe del comune di residenza;
  • per i cittadini stranieri extracomunitari, possesso di un permesso di soggiorno di almeno un anno.

L'assegno di accompagnamento non può essere percepito in caso di ricovero con pagamento della retta a totale carico dello Stato per un periodo di almeno 30 giorni. Se la persona invalida ne sta già beneficiando e viene a trovarsi in una situazione di questo tipo, l'erogazione viene interrotta.

Questa agevolazione, inoltre, è incompatibile con indennità simili concesse per invalidità dovute a cause di guerra, di lavoro o di servizio: il cittadino invalido che ha diritto anche a questi trattamenti può scegliere quello di cui usufruire, ma non può godere di più di una forma di sostegno.

L’indennità di accompagnamento, invece, può essere concessa a chi svolge un'attività lavorativa, dipendente o autonoma, e ai titolari di una patente speciale, come quelle rilasciate ai disabili.

Infine, l’assegno è compatibile e può essere cumulato con l’indennità di comunicazione destinata alle persone sorde e con l’indennità di accompagnamento per ciechi assoluti. Per usufruire contemporaneamente di queste tutele, tuttavia, è necessario che ogni menomazione sia stata riconosciuta con una procedura distinta e abbia dato diritto al riconoscimento di una specifica invalidità.
 

Come funziona e come si richiede l'indennità di accompagnamento

L'indennità di accompagnamento è un assegno mensile che viene corrisposto al beneficiario per 12 mensilità. Per il 2023, l'importo ammonta a 527,16 euro al mese. Per godere di questa agevolazione è necessario ottenere il riconoscimento della condizione di invalidità civile, che avviene dopo l'accertamento dei requisiti da parte di un’apposita commissione medico-legale. Una volta ricevuto il verbale di invalidità civile, è possibile presentare domanda on line sul sito dell'INPS oppure tramite un ente di patronato o un'associazione di categoria come l'ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili). L'assegno viene erogato a partire dal primo giorno del mese successivo alla richiesta o, in via eccezionale, dalla data indicata dalla commissione sanitaria nel verbale di riconoscimento dell’invalidità civile.
 

Indennità di accompagnamento per anziani non autosufficienti: cosa prevede il nuovo Ddl anziani

Quelle che abbiamo appena illustrato sono le modalità di erogazione dell'indennità di accompagnamento ad oggi in vigore. Tuttavia, ci sono all'orizzonte alcuni cambiamenti che riguardano questa agevolazione. La legge n.33 del 23 marzo 2023 “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane”, il cosiddetto Ddl anziani, ha infatti introdotto un'importante novità. Come si legge nell'articolo 5 del provvedimento, che pone le basi per una modifica delle politiche di welfare destinate alla terza età, specie in condizione di fragilità, la nuova normativa prevede una sorta di assegno unico, ovvero una “prestazione universale” calibrata sullo specifico bisogno assistenziale ed erogabile, a scelta del beneficiario, sotto forma di denaro e di servizi alla persona. Potranno godere di questa agevolazione gli anziani non autosufficienti che la scelgano espressamente: in questi casi, la nuova prestazione andrà a sostituire l'attuale indennità di accompagnamento. I decreti attuativi della legge, attesi per il 2024, definiranno in dettaglio le caratteristiche di questa misura, la platea dei destinatari e le modalità per usufruirne.
 

Assistenza domiciliare per le persone invalide: i servizi di supporto per le famiglie

L'indennità di accompagnamento è un importante strumento di sostegno per le persone con un'invalidità totale e per i familiari che se ne prendono cura: offre infatti un supporto economico che aiuta i caregiver a sostenere le spese necessarie per accudire il proprio caro, comprese quelle per un servizio di assistenza domiciliare professionale. Occuparsi di un familiare invalido, per esempio di un genitore anziano, è un compito gravoso, e in molti casi difficile da conciliare con gli impegni lavorativi: in queste situazioni può essere utile chiedere aiuto a realtà specializzate in assistenza domiciliare per persone non autosufficienti, potendo contare sul contributo offerto dall'assegno di accompagnamento a copertura dei costi di questo servizio.

PrivatAssistenza ha un'esperienza trentennale proprio nell'assistenza domiciliare ad anziani, malati e disabili ed è quindi in grado di fornire alle famiglie un servizio qualificato grazie alla collaborazione con operatori socio-assistenziali e socio-sanitari con specifiche competenze, qualifiche e capacità, come badanti, OSS, OSA e infermieri.

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Crediti immagine di copertina: Ground Picture/Shutterstock.com

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