La prevenzione delle cadute negli anziani: le principali cause, come comportarsi e a chi rivolgersi

3 febbraio 2022 Salute e prevenzione
Prevenzione cadute negli anziani

Fra i problemi più seri che le persone possono incontrare nella terza età ci sono le cadute

Si tratta di un incidente che avviene spesso tra le mura domestiche e che può avere conseguenze molto serie come fratture e traumi, che, a loro volta, possono portare a ricovero ospedaliero, interventi, riduzione della mobilità, oltre alla sindrome ansiosa post caduta (una riduzione eccessiva di movimenti e attività per paura di cadere di nuovo). 

Secondo i dati raccolti nel quadriennio 2017-2020 dalla sorveglianza Passi d’Argento, in particolare, l’8% degli over 65 ha dichiarato di essere caduto una volta negli ultimi 30 giorni precedenti l’intervista e nel 18% dei casi è stato necessario il ricovero in ospedale di almeno un giorno. Si tratta di un problema legato non tantoalla sua incidenza – bambini e atleti, in percentuale, cadono molto di più – ma perché la combinazione di fattori quali età, elevata prevalenza di malattie (come l’osteoporosi) e cambiamenti fisiologici associati alla terza età rendono pericolose anche le cadute più lievi. Inoltre, i tempi di guarigione tendono a essere più lenti a questa età, cosa che aumenta il rischio di ulteriori incidenti. 

Per questi motivi è fondamentale prevenire le cadute negli anziani, adottando le strategie e le accortezze necessarie. In questo articolo approfondiremo le principali cause di caduta, vedremo quali strategie di prevenzione mettere in atto e come comportarsi se dovesse accadere un episodio simile.

Perché gli anziani cadono: dove avvengono le cadute e da cosa sono causate

Vertigini improvvise, ostacoli durante il cammino, problemi alla vista, affaticamento: i fattori che possono portare un anziano a cadere sono molteplici e spesso correlati tra loro. Alcuni di essi sono strettamente soggettivi, mentre altri dipendono da elementi di rischio esterni. 

Le principali cause di cadute negli anziani possono essere legate a vari fattori, come:

  • Le condizioni psicofisiche del soggetto tra cui una riduzione della forza muscolare, del controllo della postura, della vista o dell’udito, ma anche problemi come osteoporosi (malattia dell’apparato scheletrico che rende fragili le ossa), crisi epilettiche, ipoglicemia, attacchi ischemici transitori. A queste si aggiungono instabilità con conseguente perdita di equilibrio, e malattie che alterano la mobilità come ictus, neuropatie, deficit cognitivi.
  • L’assunzione di farmaci che riducono l’attenzione o la pressione arteriosa, o che, tra gli effetti collaterali, presentano sonnolenza o vertigini. 
  • Un abbigliamento non consono (ad esempio calzature aperte, gonne molto lunghe o pantaloni larghi), che può contribuire rendendo difficoltosi o precari i movimenti.
  • Fattori connessi all’ambientecome pavimenti scivolosi e ostacoli di varia natura presenti in casa (piccoli mobili, cavi in vista e qualsiasi altro oggetto che possa essere di intralcio), cattiva illuminazione, scale, tappeti. All’esterno si aggiunge l’eventuale presenza di marciapiedi sconnessi, buche, pozzanghere, fango, erba bagnata, che contribuiscono a far scivolare. Può influire, inoltre, una scarsa conoscenza del luogo in cui ci si trova. 

Le caduteavvengono solitamente mentre l’anziano si muove, cammina, usa le scale, si alza (da una seduta o dal letto, ma anche dai sanitari). In tutti questi casi, infatti, è possibile inciampare, perdere l’equilibrio, scivolare. In particolare, secondo lo studio di Passi d’Argento, i luoghi più a rischio, dove gli anziani cadono più spesso, sono la cucina, la camera da letto, le scale (interne ed esterne) e il bagno. Tra le motivazioni più frequenti, invece, troviamo:

  • le cause legate all’ambiente: in questo caso si parla di cadute accidentali;
  • i disturbi dell’andatura o la riduzione della forza muscolare;
  • i capogiri e le vertigini.

Molte cadute accidentali, in realtà, sono dovute all’interazione fra i “pericoli” dell’ambiente domestico, l’età e le condizioni patologiche della persona, perché gli anziani sono più deboli, hanno un'andatura più rigida, meno coordinata rispetto ai giovani, e invecchiando perdono la capacità di correggere tempestivamente la postura quando inciampano o scivolano. Inoltre, nella terza età i riflessi tendono a rallentare, calano la vista e l’udito: tutte condizioni che aumentano la possibilità di caduta davanti a un eventuale pericolo. 

La caduta dell’anziano: quali sono le possibili conseguenze?

Le conseguenze di una caduta nell’anziano possono avere gravità diverse, innanzitutto a seconda della posizione in cui si trovava la persona prima dell’incidente: cadendo da in piedi, infatti, i traumi tendono a essere di entità maggiore rispetto a quando si perde l’equilibrio da seduti. Ma anche un incidente di lieve entità può essere aggravato da preesistenti patologie come l’osteoporosi (se l’apparato scheletrico è debole, infatti, sarà più pericoloso), o da fattori esterni: tra questi rientrano i farmaci anticoagulanti, che magari sono inseriti nella terapia che la persona sta seguendo e che potrebbero favorire un’emorragia in seguito alla caduta.

Un episodio non traumatico, inoltre, può diventare tale se l’anziano non riesce ad alzarsi e trascorre molte ore da solo, senza la possibilità di chiedere aiuto. In questi casi, infatti, oltre alla paura e al senso di impotenza, possono subentrare gravi problemi quali: 

  • disidratazione
  • ipotermia (scende la temperatura del corpo) e polmonite, se la caduta avviene all’aperto o in un ambiente freddo, dove nessuno si accorge dell’anziano;
  • perdita di coscienza;
  • piaghe da decubito e ulcere, dovute all’impossibilità di muoversi e alla conseguenza di stare fermi per tanto tempo in una certa posizione;
  • necrosi del tessuto muscolare scheletrico (rabdomiolisi).

Le conseguenze immediate di una caduta

Tra le conseguenze immediate di una caduta, ossia quelle che si verificano subito dopo l’incidente, possono esserci lividi, ecchimosi, piccole ferite o problemi muscolari: danni che si possono risolvere in poco tempo, adottando le adeguate medicazioni e terapie. 

In altri casi, invece, una caduta può provocare lesioni, tagli profondi, danni agli organi interni, fratture ossee, favorite da una eventuale osteoporosi: le più frequenti riguardano il polso, il braccio, il bacino, il femore. Gli episodi più gravi di caduta, infine, possono causare perdita di coscienza, trauma cranico, disabilità permanente e, nei casi più nefasti, persino il decesso

Le complicanze a lungo termine di una caduta: la sindrome post-caduta

Per molti anziani, inoltre, gli effetti di una caduta possono protrarsi a lungo, causando ad esempio  un dolore persistente, o manifestarsi in un secondo momento, con gravi ripercussioni psicologiche e fisiche. Innanzitutto, a causa del dolore o in seguito alla frattura o alle lesioni subite, le persone possono avere difficoltà a camminare e a svolgere le normali attività quotidiane. Inoltre, gli anziani vittime di una caduta possono sviluppare la paura di cadere di nuovo e, di conseguenza, perdono sicurezza, autonomia, fiducia, buon umore e autostima. 

La persona, dunque, tende a muoversi di meno perché ha paura e, se cade più volte, può anche nascondere questi episodi per vergogna. In alcuni anziani è possibile che subentri la sindrome post-caduta che implica ansia, tendenza all’isolamento, apatia e depressione. Tutte condizioni che concorrono a peggiorare la qualità della vita della persona, tendono ad accelerare il declino funzionale e ad aumentare il rischio di ulteriori incidenti futuri, causati, questa volta, dalla rigidità articolare e dalla debolezza muscolare generate dalla ridotta mobilità. 

Quando le cadute si ripetono nel tempo il rischio di lesioni e di ospedalizzazioni aumenta, soprattutto nei soggetti più fragili, in presenza di comorbilità preesistenti o deficit cognitivi gravi. La riabilitazione può, in alcuni casi, risolvere i danni causati da un incidente di questo tipo, come ad esempio una frattura: si tratta di un percorso indispensabile per riacquisire l’autonomia e può essere svolta presso strutture specializzate o attraverso un servizio di fisioterapia a domicilio

L’assistenza da parte di familiari o altre figure qualificate come OSS e badanti, inoltre, è certamente una valida soluzione per accudire l’anziano e aiutarlo nello svolgimento delle normali attività di routine, prevenendo il più possibile episodi di caduta.

La prevenzione delle cadute negli anziani: il ruolo del medico curante e la rimozione dei rischi in ambito domestico

Per prevenire le cadute degli anziani innanzitutto occorre agire, dove possibile, sulle cause che le determinano, evitando o riducendo i fattori che possono favorire questo incidente. Un ruolo chiave lo riveste il medico curante che, conoscendo il quadro clinico del paziente, dovrà gestire i farmaci, dosare le terapie, individuare tempestivamente le patologie emergenti che potrebbero aumentare il rischio di cadute o aggravare i postumi, come l’osteoporosi, salvaguardando l’indipendenza e la salute dell’anziano. 

La prevenzione delle cadute in ambito domestico

Per quanto concerne le cause ambientali, è opportuno rimuovere o ridurre tutti i potenziali fattori di rischio presenti nell’abitazione in cui risiede l’anziano, adottando, con l’aiuto dei familiari o del caregiver, alcune misure preventive per rendere la casa più sicura, ad esempio:

  • Migliorare l’illuminazione degli ambienti, in particolare di corridoi e scale, assicurandosi che gli interruttori della luce siano in una posizione facilmente accessibile;
  • Mettere in sicurezza il bagno, inserendo tappetini antiscivolo all’interno della vasca e della doccia e installando maniglioni di supporto anti-caduta vicino ai sanitari;
  • Montare parapetti e corrimano alle scale, avendo cura di mantenerle sempre libere da oggetti di vario tipo. In caso di invalidità o difficoltà gravi nella deambulazione, installare un montascale. 
  • Rinforzare gli angoli dei tappeti con del nastro antiscivolo per evitare che si sollevino, e inserire sotto, al centro, gommini o pedane antiscivolo.
  • Tenere liberi i pavimenti da cavi, scatole e ogni altro oggetto che possa intralciare il cammino e fare inciampare.
  • Evitare l’uso della cera per la pulizia dei pavimenti, assicurarsi che questi ultimi siano sempre asciutti e controllare che non ci siano dislivelli fra le piastrelle.
  • Riporre gli oggetti di uso frequente in posti facilmente accessibili.
  • Nel caso di anziani allettati o malati di demenza senile o Alzheimer, è consigliabile mettere in sicurezza il letto mediante l’utilizzo di sponde anticaduta e inserendo le maniglie regolabili per agevolare la persona ad alzarsi da sola. 

Oltre a questi interventi di prevenzione sulla casa, atti a rimuovere ostacoli e fattori di rischio oggettivi, si suggerisce alle persone anziane di attenersi a questi comportamenti:

  • Evitare di spostare oggetti pesanti o ingombranti, specie quando si è soli in casa, perchè il peso o il volume potrebbero far perdere l’equilibrio.
  • Non camminare al buio o con entrambe le mani impegnate, perchè in caso di scivolamento non ci si potrebbe aggrappare a nulla.
  • Non salire su sedie e sgabelli e preferire sempre la scala, facendosi assistere da un familiare o caregiver.  Non salire su una scala se si soffre di vertigini o si accusa un senso di malessere o debolezza, ed evitare di farlo indossando ciabatte, sandali, scarpe con i tacchi o un abbigliamento con lacci e cinture lunghe (come una vestaglia) che potrebbero impigliarsi.

Buone abitudini per mantenere uno standard di vita adeguato e prevenire le cadute

Oltre alle misure appena viste per mettere in sicurezza la casa e i comportamenti che dovrebbe avere l’anziano, ci sono alcune buone abitudini che contribuiscono a mantenere una buona qualità di vita e a prevenire le cadute, ad esempio:

  • svolgere regolarmente attività fisica, concordandola con il medico in base alle proprie possibilità fisiche e di salute, per avere la muscolatura in forza e allenare l’equilibrio;
  • quando ci si alza in piedi, farlo sempre lentamente (sia da seduti che da sdraiati), per evitare possibili vertigini;
  • seguire una dieta sana e bilanciata, chiedendo consiglio al proprio medico, con un adeguato apporto di vitamina D e sali minerali (calcio in primis), perché questi elementi hanno un effetto protettivo sulla salute delle ossa, la massa e la forza muscolare;
  • controllare la vista e l’udito regolarmente perché, come abbiamo visto, problematiche di questo tipo possono favorire le cadute.

Riconoscere i sintomi che possono precedere una caduta

Nella maggior parte dei casiuna persona cade senza fare in tempo ad accorgersene, perché l'ostacolo non è visto o percepito come tale. In altri episodi, invece, quando la caduta è un effetto di un preesistente malessere o è determinata dalle condizioni fisiche dell’anziano, può essere preceduta da un diffuso senso di debolezza o di vertigini, o da improvvise palpitazioni. In presenza di questi sintomi indiziari, quindi, è opportuno sedersi, evitare qualsiasi sforzo e chiedere immediatamente aiuto a un familiare per prevenire incidenti.

Cosa fare quando l’anziano cade: il salvavita, il primo intervento e le visite di controllo successive

Nonostante le precauzioni e le accortezze che abbiamo visto, prevenire le cadute non è sempre possibile, quindi è fondamentale sapere come comportarsi in caso di incidente. Questo vale sia per l’anziano stesso sia per i familiari, i caregiver e, in generale, tutte le persone che lo assistono.

Innanzitutto, è molto importante che l’anziano sappia cosa fare e come chiedere aiuto: questo, infatti, può aiutarlo ad avere meno paura in caso di caduta. In commercio, ad esempio, esistono dispositivi di allarme medico o salvavita che sollecitano immediatamente una richiesta di soccorso inviando un segnale a una persona di fiducia: per attivarli è sufficiente premere il pulsante, solitamente inserito in un telecomando o in un accessorio da indossare (come collana o braccialetto) e collegato alla linea telefonica mediante una centralina.

Per chi assiste l’anziano o interviene dopo una caduta occorre agire con la massima attenzione in caso di incidente – ma senza farsi prendere dal panico – per evitare di causare un trauma peggiore, soprattutto nel caso di fratture di un arto o di traumi alla testa. 

Se la persona è cosciente, non sente dolore e non ha evidenti lesioni o ferite, dopo aver accertato l’entità del danno è necessario aiutarla a rialzarsi e a sedersi, sostenendola sempre per evitare che non cada di nuovo (questa procedura può essere fatta solo se si è fisicamente in grado di sollevare l’anziano). A quel punto ci si può occupare della zona interessata dalla caduta, eventualmente applicando del ghiaccio o medicando una ferita superficiale.

Se, invece, la persona lamenta un forte dolore alla testa, al collo o alla schiena e in tutti i casi in cui la caduta risulta più grave è necessario chiamare immediatamente l’ambulanza, continuando a prestare assistenza e conforto all’anziano, coprendolo con una coperta e rassicurandolo senza allontanarsi. 

Dopo la caduta, anche se l’incidente è stato lieve e l’anziano nei giorni successivi sembra stare bene, è comunque opportuno programmare una visita di controllo presso il medico curante, per accertare le cause dell’incidente e programmare eventuali terapie.

La valutazione clinica della caduta dell’anziano 

È inoltre indispensabile effettuare una valutazione clinica della caduta per individuare gli eventuali fattori di rischio che l’hanno determinata. Alcuni di essi sono immediatamente riconoscibili, come nel caso di cadute provocate da ostacoli o per l’aggravarsi di lesioni o patologie pregresse (vecchie fratture, osteoporosi).

In ogni caso, per identificare le cause dell’incidente, il medico effettuerà una visita specifica che comprende:

  • l’anamnesi, per capire se ci sono stati altri episodi di caduta recenti o cadute multiple e se esistono cause soggettive che possono averle provocate come problemi alla vista, osteoporosi; 
  • la misurazione della pressione arteriosa e del battito cardiaco;
  • la valutazione della massa e della forza muscolare, dell’equilibrio e della stabilità;
  • la valutazione della vista e del sistema nervoso;
  • il Timed Up and Go Test (TUG), nel corso del quale i pazienti sono osservati mentre si alzano da una sedia, camminano per tre metri, tornano indietro e si risiedono. Questo test permette di capire il rischio di caduta e misura i miglioramenti in un eventuale percorso riabilitativo. 

Nei casi in cui la causa della caduta non sia evidentemente riconducibile all’ambiente o fossero presenti danni evidenti (lesioni, traumi, fratture, eccetera), si possono seguire altri esami approfonditi di laboratorio come l’elettrocardiogramma (ECG), gli esami del sangue, una tomografia computerizzata (TC) o una risonanza magnetica (RMI).

L’assistenza domiciliare di Privatassistenza per aiutare le famiglie nella  prevenzione delle cadute

Gli anziani, con l’avanzare dell’età o l’insorgenza di patologie invalidanti, possono manifestare problemi di equilibrio e di stabilità nella deambulazione. Pertanto possono aver bisogno di essere seguiti durante la quotidianità da una persona di fiducia che sia in grado di prevenire il rischio di caduta o intervenire tempestivamente se questa accade.

Non sempre i familiari hanno il tempo e la possibilità di occuparsi 24 ore su 24 dei propri cari, per questo può essere utile affidarsi a una figura professionale che supporti la famiglia nell’assistenza dell’anziano direttamente a casa, come ad esempio l’OSS o la badante. 

Proprio per garantire l’assistenza quotidiana agli anziani e coordinare le figure professionali incaricate è nata, nel 1993, PrivatAssistenza, un network che garantisce professionalità, continuità ed elevata qualità dei servizi.

Privatassistenza, in particolare, può offrire: 

  • assistenza domiciliare o servizio badante, che supportano l’anziano nello svolgimento delle attività quotidiane e possono, pertanto, ridurre il rischio di cadute e aiutarlo immediatamente in caso di incidente;
  • fisioterapia a domicilio, per garantire la riabilitazione in funzione dei bisogni del soggetto, ad esempio dopo una frattura o un intervento operatorio; 
  • servizi infermieristici per ogni necessità sanitaria legata ai postumi di una caduta, come eventuali medicazioni, iniezioni, somministrazione di terapie eccetera. 

Per conoscere tutti i servizi disponibili o richiedere un intervento personalizzato per le tue esigenze o quelle di un tuo familiare chiamaci o contatta il centro più vicino a te.

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