Il trattamento riabilitativo per i malati di Parkinson: il ruolo di fisioterapia, logopedia, terapia occupazionale e stimolazione cognitiva

16 maggio 2022 Salute e prevenzione
Trattamento riabilitativo Parkinson

Il trattamento riabilitativo per il Parkinson è uno strumento fondamentale per controllare i sintomie migliorare la gestione della malattia. È complementare alla terapia farmacologica e deve avere un carattere multidisciplinare, abbracciando diversi ambiti: neuromotorio, occupazionale, logopedico, cognitivo.

Scopriamo più da vicino in cosa consistono le principali tipologie di intervento riabilitativo per il Parkinson e come possono contribuire a tenere sotto controllo le manifestazioni cliniche della malattia, preservando il più possibile l'autonomia, tutelando il benessere psicofisico e migliorando la qualità di vita dei pazienti.


Le conseguenze del morbo di Parkinson: i disturbi che possono beneficiare della riabilitazione

Il morbo di Parkinson è una patologia neurodegenerativa cronico-progressiva causata dalla perdita di cellule nervose che producono dopamina, un neurotrasmettitore che agisce da messaggero tra le diverse aree del cervello responsabili del controllo e della coordinazione dei movimenti.

I sintomi principali sono di tipo motorio, portano a una disabilità sempre più marcata e includono:

  • bradicinesia (rallentamento nell'esecuzione dei movimenti)
  • tremore a riposo
  • rigidità muscolare
  • instabilità posturale
  • postura curva
  • problemi di equilibrio

Chi soffre di Parkinson può manifestare anche sintomi non motori, sia fisici che cognitivi. Tra i più comuni c'è la disfagia, ovvero la difficoltà nella deglutizione, che può rendere complicato mangiare e causare malnutrizione e altre problematiche, come il rischio di soffocamento e la scialorrea, cioè l'accumulo di saliva in bocca.

Tipici del Parkinson sono anche i disordini del linguaggio, come la disartria, cioè la difficoltà a controllare i muscoli usati per parlare, la disfonia, ovvero la perdita di tonalità e modulazione della voce, e la balbuzie.

La malattia di Parkinson si associa spesso anche a deficit cognitivi e a disturbi dell'umore come depressione, ansia e apatia.

Queste problematiche possono compromettere in modo severo la capacità di compiere le più comuni azioni quotidiane e di condurre una vita, anche sociale e relazionale, autonoma e di qualità. Un programma di riabilitazione che agisca su tutti questi ambiti può aiutare a tenerle sotto controllo.


Il trattamento riabilitativo per il Parkinson: gli obiettivi e le tipologie di intervento

Il trattamento riabilitativo rappresenta una componente essenziale del percorso terapeutico e assistenziale, come sottolineano le Linee guida per la diagnosi e il trattamento della malattia di Parkinson.  Si tratta della versione italiana dellelinee guida del NICE - National Institute for Health and Care Excellence (Istituto Nazionale per la Salute e l'Eccellenza nella Cura, organismo che fa capo al Ministero della Salute del Regno Unito), tradotte dalla Fondazione GIMBE e inserite nella sezione “Buone Pratiche” del Sistema Nazionale Linee Guida gestito dall’Istituto Superiore di Sanità.

Attraverso la riabilitazione, che rappresenta una terapia di supporto al trattamento con i farmaci, è possibile compensare i disturbi disabilitanti causati dalla patologia, con effetti positivi sulla mobilità, l'autonomia, la vita sociale e l'umore del malato. È stato osservato che la riabilitazione può anche rivelarsi efficace nel ridurre la necessità di aumentare il dosaggio farmacologico: aiuta, infatti, a controllare i disturbi e a contrastare la perdita di indipendenza e il peggioramento clinico, responsabile del decadimento della vita dei malati.

In questo senso, è utile anche per prevenire la progressione dei danni secondari della malattia, cioè delle problematiche che non sono direttamente causate dal Parkinson, ma che rappresentano una conseguenza della ridotta mobilità.

La riabilitazione, dunque, aiuta a promuovere lo sviluppo del potenziale di salute del malato, favorisce il mantenimento delle autonomie di base e stimola l’apprendimento e il riapprendimento di strategie motorie e cognitive che gli permettono di condurre una vita il più possibile autonoma e di qualità.


Trattamento riabilitativo nel Parkinson: quando deve iniziare e che interventi prevede

Il trattamento riabilitativo dovrebbe essere previsto fin dalle fasi precoci del Parkinson e calibrato sullo stadio della malattia e sulla severità dei suoi sintomi. È anche importante che venga rimodulato sulla base dell'evoluzione del quadro clinico e delle esigenze del paziente.

Un programma di riabilitazione deve prevedere diverse tipologie di intervento a seconda delle condizioni di salute del malato, ovvero una riabilitazione motoria, logopedica, occupazionale e cognitiva (neuropsicologica) svolta da un team multidisciplinare composto da più figure professionali, mediche e sociosanitarie, che lavorano in sinergia.

Approfondiamo meglio i diversi ambiti e i benefici per il paziente.


La fisioterapia per la riabilitazione motoria nel Parkinson

La riabilitazione motoria è un percorso terapeutico che, sotto la guida di un fisioterapista, permette di contrastare i disturbi del movimento tipici del Parkinson, aiutando il malato a conservare una buona funzionalità dei muscoli e delle articolazioni, correggendo le alterazioni del cammino e della postura, migliorando l'autonomia e riducendo il rischio di cadute.

I principali obiettivi sono:

  • rinforzare la muscolatura;
  • stimolare il rilassamento muscolare e attenuare la rigidità;
  • mantenere e aumentare l'ampiezza dei movimenti;
  • correggere la postura;
  • potenziare la flessibilità, la coordinazione e l'equilibrio;
  • educare al controllo della respirazione;
  • migliorare la mobilità e il cammino.


Gli strumenti della riabilitazione fisioterapica per i malati di Parkinson

Per ottenere questi risultati, il fisioterapista ha a disposizione una serie di strumenti terapeutici che fanno lavorare il malato sul riapprendimento degli schemi di movimento persi e sulla costruzione di nuove abilità motorie. Tra gli interventi di fisioterapia utilizzati ci sono esercizi di:

  • mobilizzazione attiva, attiva-assistita e passiva;
  • allungamento muscolare;
  • coordinazione;
  • equilibrio (come quelli di riabilitazione propriocettiva);
  • deambulazione (marcia con stop, cambi di direzione, diversi tipi di cammino, per esempio laterale o all'indietro);
  • miglioramento dei passaggi posturali (alzarsi dalla sedia, mettersi a letto);
  • stimolazione della motricità e della destrezza delle mani.

Il trattamento fisioterapico deve essere eseguito quotidianamente, o comunque con la frequenza ritenuta idonea dal fisioterapista, sia in ambulatorio che a casa, per massimizzare gli effetti della riabilitazione e mantenere i risultati raggiunti.


La terapia logopedica per i malati di Parkinson

La terapia logopedica mira al trattamento dei disturbi del linguaggio e della deglutizione mediante diverse tipologie di esercizi che il paziente deve svolgere ogni giorno, sia col supporto del logopedista che da solo.

Tra questi ci sono esercizi:

  • per il rilassamento muscolare, utili per contrastare l’atteggiamento flessorio del tronco e favorire una respirazione corretta;       
  • di respirazione per migliorare il controllo della sonorità della voce;
  • per l’articolazione, di tono e  ritmo, di lettura, che aiutano il paziente a scandire meglio le parole e a dare armonia al discorso;     
  • per migliorare la motilità di labbra, lingua, palato, guance eprodurre suoni più chiari e distinti.    

La terapia logopedica punta anche a migliorare la gestione dei problemi di deglutizione e masticazione con un programma di rieducazione che si sviluppa su più ambiti:

  • esercizi che allenano forza, resistenza e coordinazione di bocca e viso, lingua e mandibola;
  • strategie di compenso, come l'adozione di posture che facilitino la deglutizione;
  • provvedimenti adattativi di carattere nutrizionale: è importante, per esempio, prestare attenzione alle caratteristiche degli alimenti (consistenza, coesione, omogeneità, viscosità), sia solidi che liquidi, e privilegiare quelli più facili da deglutire. Questi accorgimenti permettono di garantire al paziente un adeguato programma dietetico che copra i suoi fabbisogni nutrizionali e riduca il rischio di soffocamento e altre problematiche legate a una deglutizione difficoltosa.


Il ruolo della terapia occupazionale

La terapia occupazionale è un processo riabilitativo che punta a promuovere il benessere e la qualità della vita del malato attraverso l’occupazione, ovvero l'esecuzione di attività significative, sia pratiche e quotidiane, che relazionali e sociali. Viene svolta con il supporto di terapisti occupazionali e utilizza come strumento privilegiato il “fare” per aiutare la persona a raggiungere la massima autonomia possibile, pur nella disabilità.

Nel trattamento riabilitativo dei malati di Parkinson la terapia occupazionale ha come obiettivo il ripristino, il miglioramento e la compensazione di funzioni o capacità limitate dalla malattia. Si basa sullo svolgimento di attività mirate che educano il malato a svolgere tutte quelle azioni, anche quotidiane, ostacolate dalla patologia, come lavarsi, vestirsi, mangiare, spostarsi da una stanza all'altra, salire e scendere dal letto, dedicarsi ai lavori domestici, uscire, coltivare relazioni.

A questo scopo, la terapia occupazionale lavora su una serie di aspetti:

  • miglioramento della forza muscolare e della resistenza;
  • recupero della manualità fine;
  • controllo della postura;
  • intervento sugli aspetti emotivi per aiutare il malato ad affrontare gli effetti psicologici negativi della malattia.

Gli strumenti a disposizione del terapista occupazionale per il raggiungimento di questi obiettivi includono attività manuali, creative ed espressive, come la scrittura, da svolgere sia da soli che in gruppo per stimolare la relazione interpersonale e la partecipazione sociale. Il lavoro prevede anche lo svolgimento di azioni e movimenti quotidiani in cui il malato ha difficoltà (per esempio usare il telefono, aprire cassetti e rubinetti, sollevare oggetti e chinarsi).

La terapia occupazionale può essere svolta in molti contesti, come ospedali e centri di riabilitazione specializzati, ma anche a domicilio, supportando l'autonomia del malato nel suo ambiente quotidiano anche grazie al coinvolgimento di familiari e caregiver.


La riabilitazione neuropsicologica nel trattamento del Parkinson

La riabilitazione neuropsicologica è finalizzata al trattamento dei disturbi cognitivi associati alla malattia di Parkinson, come deficit dell'attenzione, della memoria e della concentrazione, difficoltà di pianificazione, di esecuzione e di risoluzione dei problemi, rallentamento dei processi di pensiero e disturbi visuo-spaziali.

Questo intervento di stimolazione cognitiva non rientra nel protocollo riabilitativo previsto dalla linee guida per il trattamento del Parkinson e le evidenze scientifiche sulla sua efficacia sono contrastanti. Tuttavia, alcuni studi riportano dati incoraggianti relativi agli effetti positivi sulla memoria verbale e sull’attenzione della riabilitazione neuropsicologica, che quindi può rappresentare una terapia di supporto per la gestione dei disturbi cognitivi associati alla malattia di Parkinson.

Gli interventi consistono in un programma di compiti progettato per migliorare le prestazioni in uno o più domini cognitivi compromessi, individuati attraverso una valutazione neuropsicologica.


Esempi di esercizi di riabilitazione cognitiva

Il training riabilitativo si basa suattività ed esercizi, cartacei e computerizzati, di stimolazione dell'attenzione, della memoria, della concentrazione, delle capacità di logica e calcolo, che il malato può fare sia a casa che presso strutture specializzate in riabilitazione.

Ecco alcuni esempi di esercizi di ginnastica mentale che possono essere utilizzati:

  • associare una parola all'immagine corrispondente;
  • abbinare un termine al suo contrario;
  • mettere in ordine una serie di lettere per formare una parola di senso compiuto;
  • individuare una determinata sillaba in un elenco di parole;
  • completare le tabelline con i numeri mancanti;
  • individuare la cifra più alta in un elenco.

Anche altre attività, come la scrittura e la lettura ad alta voce, possono essere utilizzate a scopi riabilitativi in un programma di stimolazione neuropsicologica dei pazienti con Parkinson. Il professionista, sulla base del profilo clinico del malato, sceglierà la combinazione di strumenti e stimoli più adeguata e la adatterà nel tempo a seconda dell’evoluzione della malattia.

Il trattamento riabilitativo domiciliare per i malati di Parkinson: i servizi specialistici di PrivatAssistenza

Come abbiamo visto, il trattamento riabilitativo per il Parkinson richiede una presa in carico globale del paziente da parte di un team multidisciplinare di professionisti e si svolge non solo in centri specializzati ma anche a casa della persona.

Un aiuto in questo percorso può arrivare da realtà che sono un punto di riferimento nell'offerta di servizi socio-sanitari a domicilio.Tra queste c'è PrivatAssistenza, primo network nazionale di assistenza domiciliare ad anziani, malati e disabili con 30 anni di esperienza.

PrivatAssistenza mette a disposizione dei malati di Parkinson e delle loro famiglie una rete di figure professionali sanitarie in grado di affiancarli in un programma di riabilitazione a domicilio tra cui:

  • fisioterapisti
  • logopedisti
  • psicologi
  • infermieri
  • medici

PrivatAssistenza fornisce anche operatori per l'assistenza domiciliare, come badanti e OSS (Operatori Socio Sanitari), che possono dare sostegno ai malati con autonomia compromessa per tutte le esigenze quotidiane, dall'igiene personale alla nutrizione, che, nel caso di pazienti disfagici, richiede cure e attenzioni particolari.

PrivatAssistenza offre un servizio completo e su misura, garantendo soluzioni assistenziali integrate e specifiche per offrire il miglior supporto ai pazienti e alle loro famiglie. Richiedi un piano di assistenza personalizzato contattando il centro più vicino a te.

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