Scompenso cardiaco negli anziani: sintomi e cure

24 febbraio 2023 Salute e prevenzione
scompenso cardiaco anziani

Lo scompenso cardiaco è una grave patologia del cuore che tende a essere più frequente con l'avanzare dell'età: può arrivare a colpire fino al 20% delle persone tra gli 80 e gli 85 anni e rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero per gli over 65, come riporta il Ministero della Salute.

Negli anziani, che spesso sono pazienti fragili e con un quadro clinico già compromesso, l'insufficienza cardiaca è un problema particolarmente serio. Per questo motivo riconoscere i campanelli di allarme  e tenere la malattia sotto controllo è molto importante per migliorare la qualità e l'aspettativa di vita di chi ne soffre.

In questo articolo spiegheremo cos'è lo scompenso cardiaco e quanto è diffuso nella terza età, esamineremo le cause e i fattori di rischio,  i sintomi con cui si manifesta, ma anche i trattamenti e lo stile di vita più efficaci per curarlo e gestirlo. 

Cos’è lo scompenso cardiaco e quanto è frequente nella popolazione anziana?

Lo scompenso cardiaco, o insufficienza cardiaca, è una sindrome caratterizzata dall'incapacità del cuore di svolgere la sua funzione di pompa e di garantire, quindi, il corretto apporto di sangue a tutto l'organismo. Questo problema altera il meccanismo di aspirazione ed espulsione che è alla base del regolare funzionamento della pompa cardiaca:  

  • si parla di scompenso diastolico se il processo che permette al cuore di ricevere il sangue venoso e di immetterlo nella circolazione polmonare per ossigenarlo non avviene correttamente;  
  • si parla di scompenso sistolico se a essere ridotta è la capacità del cuore di espellere il sangue ossigenato nell’aorta, in modo che raggiunga organi e tessuti.

La diffusione dello scompenso cardiaco aumenta con l'avanzare dell'età e la sua incidenza (il numero di nuovi casi osservati in un determinato periodo di tempo), tende a raddoppiare a ogni decade di vita a partire dai 45 anni. Questa patologia colpisce in media l'1-2% della popolazione adulta,  percentuale che sale al 10% tra gli over 65, come indica il Ministero della Salute, e al 20% nelle persone tra gli 80 e gli 85 anni, secondo quanto riporta SICGe (Società Italiana Cardiologia Geriatrica). 

Quali sono le cause dello scompenso cardiaco e perché gli anziani sono più a rischio?

Lo scompenso cardiaco può avere diverse cause, tra cui:

  • un danno al muscolo cardiaco, provocato per esempio da un infarto del miocardio;
  • un'eccessiva sollecitazione del cuore legata a un'ipertensione non trattata;
  • una disfunzione delle valvole cardiache, il cui buon funzionamento è indispensabile perché il sangue fluisca nella direzione corretta.

Negli anziani l'elevata diffusione di questa patologia è dovuta anche ad alcuni cambiamenti strutturali e funzionali del sistema cardiovascolare, che sono una conseguenza dell'avanzare dell'età, come una riduzione della forza di contrazione del cuore, un ispessimento del muscolo cardiaco e una maggiore rigidità della parete vascolare arteriosa. Queste variazioni riducono la capacità del cuore di rispondere agli eventi stressanti, sia di natura fisiologica (come l'esercizio fisico), sia di natura patologica (per esempio un evento ischemico). 

I rischi per gli anziani con più patologie

Insieme alle modifiche che interessano il sistema cardiovascolare con l'avanzare dell'età, c'è un'altra condizione molto comune che rende gli anziani particolarmente vulnerabili allo scompenso cardiaco e alle sue conseguenze. Si tratta della comorbilità, ovvero la contemporanea presenza di altre patologie che aumentano la probabilità di soffrire di insufficienza cardiaca e che, in molti casi, possono aggravarne i sintomi,  peggiorare la qualità della vita e la prognosi.

Le principali malattie che aumentano il rischio di soffrire di scompenso cardiaco sono:

  • malattia coronarica, che rappresenta la principale causa di insufficienza cardiaca;
  • ipertensione arteriosa non controllata;
  • malattie valvolari cardiache;
  • aritmia;
  • diabete;
  • disfunzioni renali come l'insufficienza renale cronica.

Anche la presenza in famiglia di cardiomiopatie, cioè di patologie che riducono l'efficienza del muscolo cardiaco, è considerata un fattore di rischio di scompenso cardiaco nella popolazione anziana.

I sintomi dello scompenso cardiaco negli anziani

Come riconoscere lo scompenso cardiaco? Tipicamente questa patologia è caratterizzata da sintomi come:

  • dispnea, una difficoltà a respirare che può manifestarsi durante uno sforzo o comparire improvvisamente durante il riposo;
  • ortopnea, una condizione per cui il malato non riesce a respirare in posizione distesa ma solo quando sta in piedi o seduto;
  • bendopnea, una difficoltà respiratoria che si manifesta quando ci si piega in avanti;
  • gonfiore agli arti inferiori;
  • aumento di peso ingiustificato;
  • debolezza generale.

Negli anziani la frequente presenza di altre patologie può rendere meno immediata la diagnosi di insufficienza cardiaca: per esempio, nei pazienti con broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) – una grave patologia respiratoria che colpisce polmoni e bronchi – la difficoltà respiratoria potrebbe non essere subito riconosciuta come un segnale di scompenso. 

Inoltre, non sempre l’insufficienza cardiaca è sintomatica e  in certi casi non provoca alcun disturbo. Pur in assenza di sintomi, tuttavia, possono essere presenti anomalie strutturali o funzionali a carico del cuore individuabili con un'ecocardiografia: riconoscerle in modo precoce, prima che la malattia si manifesti, permette di impostare tempestivamente la terapie e aumentare le probabilità di un'evoluzione favorevole.

Come si cura e si gestisce lo scompenso cardiaco?

Lo scompenso cardiaco è una patologia da cui, nella maggior parte dei casi, non è possibile guarire. Solo se ha origine da una causa specifica, per esempio quando è provocata da valvole cardiache danneggiate, la cura è risolutiva: sostituendole o riparandole con un intervento chirurgico,  lo scompenso cardiaco può regredire.

Generalmente, tuttavia, con gli opportuni trattamenti è possibile rendere il cuore più forteprevenire il rischio di un peggioramento o di complicanze e tenere sotto controllo i sintomi per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita.

In accordo con il medico e il cardiologo, è necessario individuare l'approccio terapeutico più indicato per il paziente, tenendo conto del suo quadro clinico generale. La cura, quindi, deve essere basata sulle misure più adatte all'età, alla gravità delle condizioni del cuore e allo stato di salute generale del malato. Di solito si utilizza una combinazione tra cambiamenti nello stile di vita e terapia farmacologica, eventualmente integrata da dispositivi medici o chirurgia nei casi di scompenso più gravi. Esaminiamo più da vicino queste strategie.

Lo stile di vita giusto per il controllo dello scompenso cardiaco

Alcune abitudini quotidiane possono contribuire a ridurre i disturbi e i rischi per il cuore legati allo scompenso cardiaco. Ecco le più importanti, consigliate dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale e dall'Istituto Superiore di Sanità:

  • praticare un’attività fisica aerobica regolare, per esempio passeggiare o andare in bicicletta, oppure, in caso di scompenso moderato/grave, rivolgersi a uno specialista per un programma di allenamento personalizzato;
  • controllare quotidianamente il peso e segnalare al medico un improvviso aumento, che potrebbe essere la spia di un'eccessiva ritenzione idrica;
  • non fumare;
  • limitare gli alcolici;
  • ridurre il consumo di sale, chiedendo conferma al medico su quale sia la quantità corretta da assumere ogni giorno;
  • adottare un'alimentazione sana, varia e bilanciata, ricca di frutta, verdura e pesce e con un apporto ridotto di alimenti ricchi di colesterolo e grassi saturi;
  • seguire scrupolosamente le eventuali terapie farmacologiche prescritte, senza interromperle o modificare il dosaggio di propria iniziativa;
  • sottoporsi a controlli periodici dal medico e dallo specialista, utili per monitorare l'andamento della malattia, adeguare le terapie se necessario e intervenire con tempestività in caso di peggioramento delle condizioni cliniche;
  • vaccinarsi annualmente sia contro l'influenza che contro lo pneumococco,  il principale responsabile della polmonite negli adulti: è una misura precauzionale per prevenire problemi polmonari che possono compromettere ulteriormente il quadro clinico.

La terapia farmacologica

La terapia farmacologica si basa generalmente sul ricorso a diverse classi di farmaci. Tra quelli comunemente impiegati ci sono:

  • i beta-bloccanti per migliorare la funzione ventricolare;
  • gli ACE-inibitori oppure gli ARNI, che svolgono un'azione sia antipertensiva che di controllo dei sintomi dello scompenso cardiaco;
  • i diuretici per ridurre ritenzione idrica e edema.

In ogni caso, l'approccio farmacologico più adatto deve essere personalizzato, cioè stabilito dallo specialista sulla base della gravità dello scompenso e del quadro clinico generale del paziente, tenendo conto della presenza di patologie, degli eventuali altri farmaci assunti e dei possibili effetti collaterali associati a ciascuno di essi.

I dispositivi medici e la chirurgia per lo scompenso cardiaco

Se la terapia farmacologica non risulta efficace, è possibile ricorrere all'impianto di dispositivi medici sottocutanei che aiutano a correggere le alterazioni cardiache provocate dallo scompenso. Tra le soluzioni che possono essere adottate ci sono:

  • un defibrillatore cardiaco impiantabile (ICD), che è in grado di monitorare la funzionalità del cuore e di intervenire in caso di aritmie – cioè di irregolarità nel ritmo cardiaco – che potrebbero mettere a rischio la vita del malato;
  • la terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT), che consiste nell'applicazione nell'area pettorale di un dispositivo sottocutaneo che stimola le camere cardiache e aiuta il cuore a svolgere la sua funzione di pompa in modo corretto.

In caso di scompenso grave, che compromette in modo irrimediabile la funzionalità cardiaca, può rendersi necessario un trapianto di cuore.

Da PrivatAssistenza un aiuto per proteggere la salute del cuore negli anziani

Come abbiamo illustrato, lo scompenso cardiaco è una malattia molto frequente e complessa da gestire nelle persone anziane, che a causa della loro fragilità sono spesso esposte a un rischio maggiore di svilupparlo, a sintomi più gravi e a una prognosi peggiore. Per aiutarli a prevenire questa patologia e a prendersi cura della loro salute se già soffrono di insufficienza cardiaca, può essere utile affidarsi a figure qualificate che assistano nel quotidiano gli anziani, soprattutto se vivono da soli, non sono autosufficienti e non possono contare sul supporto di un familiare.

Un sostegno concreto è offerto da PrivatAssistenza, prima rete nazionale per l'assistenza domiciliare ad anziani, malati e disabili con oltre 200 centri in tutta Italia.

Gli operatori socio-assistenziali che collaborano con PrivatAssistenza, come badanti e OSS, sono in grado di aiutare le persone anziane a mangiare sano, condurre una vita attiva, seguire le terapie prescritte, tutti comportamenti virtuosi che riducono i fattori di rischio cardiovascolare e contribuiscono a prevenire lo scompenso cardiaco e a ridurre sintomi e complicanze nei malati.

Grazie alla telemedicina e telecardiologia, molti centri PrivatAssistenza offrono anche la possibilità di eseguire a domicilio alcuni degli esami strumentali utili per diagnosticare e monitorare l'insufficienza cardiaca, come l'elettrocardiogramma.

Vuoi sapere di più sui servizi di assistenza domiciliare di PrivatAssistenza? Contatta il centro più vicino a te.



Crediti immagine di copertina: Studio Romantic/Shutterstock.com

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