Invecchiamento della popolazione, che possibilità si aprono?

19 febbraio 2021
Invecchiamento della popolazione, che possibilità si aprono?

Quasi 14 milioni di anziani over 65, e di questa la metà (7 milioni) sono over 75. L'Italia ha la popolazione più vecchia d'Europa con il 22,8% del totale che ha più di 65 anni a fronte del 20,3% della media dell'Unione Europea. 6,8 milioni i 65-74enni, 4,9 milioni i 75-84enni e 2,1 milioni gli over 84.
L’incremento del numero degli anziani in Italia è impressionante. Dall’inizio del secolo al 2017, gli ultrasettantenni sono passati da sette a dieci milioni e, secondo le previsioni dell’Istat, nel 2042 dovrebbero diventare quindici milioni. Questa irresistibile crescita è dovuta sia al progressivo ingresso in età anziana dei figli del baby boom nati fra il 1945 e il 1975 (invecchiamento dal basso), sia allo straordinario incremento della sopravvivenza (invecchiamento dall’alto).

Questi pochi dati testimoniano le grandi vittorie contro le malattie, ma suscitano anche timori sulla tenuta del sistema di welfare nazionale. Come sarà possibile garantire a tutti questi milioni di anziani un’adeguata assistenza sociale e sanitaria? Inoltre l’invecchiamento della popolazione procede di pari passo con l’incremento delle persone che vivono da sole, che non potranno godere dell’assistenza dei figli.

Attualmente, oltre il 30% degli ultrasessantacinquenni ha molta difficoltà o non è in grado di usare il telefono, prendere le medicine e gestire le risorse economiche, preparare i pasti, fare la spesa e svolgere attività domestiche, leggere, svolgere occasionalmente attività domestiche pesanti.

Tali prevalenze si attestano al 13% nella classe di età 65-74 anni, al 38% per gli anziani tra i 75-84 anni e al 69,8% tra gli ultra ottantacinquenni. (Fonte Rapporto Osservasalute). Da questi dati si evince immediatamente una grande richiesta di aiuto e una difficoltà di gestione della quotidianità, destinata ad aumentare esponenzialmente già nei prossimi 8/10 anni.

In meno di 10 anni, ovvero nel 2028, si registrerà in Italia una popolazione anziana non autosufficiente pari a 6,3 milioni di persone (proiezione del Rapporto Osservasalute 2017). Nel 2028, tra gli over-65 le persone non in grado di svolgere le attività quotidiane per la cura di se stessi (dal lavarsi al mangiare) saranno circa 1,6 mln (100 mila in più rispetto a oggi), mentre quelle con problemi di autonomia (preparare i pasti, gestire le medicine e le attività domestiche) arriveranno a 4,7 mln (+ di 700 mila rispetto ad oggi).

Nel 2028 oltre sei milioni di soggetti oltre i 65 anni saranno non autosufficienti. Oggi già Il 5,2% della popolazione italiana, circa 3,1 milioni di persone in tutte le fasce di età, a causa di problemi di salute, hanno gravi limitazioni che gli impediscono di svolgere normali attività quotidiane (Rapporto ISTAT 2019). Inoltre, la disabilità va inoltre di pari passo con la multimorbilità (L’intercorrenza di due o più malattie o condizioni mediche nello stesso individuo)

In questo contesto i mutamenti socio-demografici più rapidi e importanti che nel prossimo ventennio interesseranno la popolazione anziana italiana saranno cinque:

  • Aumento del 50% delle persone con più di settant’anni.
  • Raddoppio degli anziani con più di novant’anni.
  • Aumento degli anziani coniugati e specialmente delle anziane coniugate, a fronte di una sostanziale stabilità del numero degli anziani e delle anziane non coniugate.
  • Aumento degli anziani con pochi figli.
  • Aumento degli anziani istruiti, in buone condizioni economiche, proprietari di casa.

La principale indicazione per riuscire ad affrontare le sfide del welfare dei prossimi 8/15 anni, è l’esigenza di migliorare e meglio articolare l’offerta di assistenza domiciliare, gestita in modo professionale a tutela della salute e del benessere delle persone anziane, fragile e delle loro famiglie.

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