Il panorama del franchising in Italia nel Rapporto Assofranchising 2022

3 agosto 2022
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Il franchising può essere un ambito interessante per gli imprenditori che vogliono investire in una nuova attività, ma senza partire “da zero”, ovvero avvalendosi di un modello organizzativo già collaudato, e quindi affidabile, e di un brand avviato e conosciuto.

Per questo motivo abbiamo deciso di sviscerare i dati raccolti da Assofranchising, marchio storico della rappresentanza del franchising italiano, fondato nel 1971, per conoscere il panorama del franchising in Italia e le opportunità di business oggi esistenti nell’ambito dei contratti di affiliazione commerciale.

Prima di scoprire i principali dati emersi dal Rapporto Assofranchising 2022, vediamo rapidamente cos’è il contratto di franchising e come funziona questo particolare accordo economico-imprenditoriale che oggi si è diffuso in quasi tutti gli ambiti merceologici, dall’abbigliamento all’alimentare, dai servizi alla persona alla grande distribuzione (GDO).

Franchising, cos’è esattamente

Il franchising (letteralmente significa “franchigia”, “privilegio”) è un contratto di collaborazione per la distribuzione di beni o servizi stipulato tra un imprenditore affiliante (franchisor) e uno (o più) soggetti affiliati (franchisee). Franchisor e franchisee sono indipendenti l’uno dall’altro, sia economicamente che giuridicamente.

In forza di questo accordo, il primo soggetto concede all’altra parte, dietro corrispettivo, un insieme di diritti (come il marchio, i brevetti, il know-how, l’assistenza) e lo inserisce all’interno di una rete articolata sul territorio immediatamente riconoscibile e riconducibile alla propria impresa. 

Dal canto suo, il franchisee si impegna a utilizzare i tratti distintivi del franchisor e ad adeguare la propria attività al modello operativo indicato nell’accordo.  

In Italia il contratto di franchising è regolato dalla legge n. 129 del 6 maggio 2004 («Norme per la disciplina dell’affiliazione commerciale»), che ha colmato un vuoto legislativo di oltre 30 anni. Prima di questo intervento del legislatore, infatti, questo complesso accordo economico-imprenditoriale rientrava nella disciplina dei contratti atipici ammessi dall’art. 1322 del Codice Civile.

La legge del 2004 stabilisce i termini generali del contratto, fissandone il contenuto e la durata minima, gli obblighi delle parti e le sanzioni in caso di informazioni false fornite dai soggetti durante la trattativa precontrattuale. 

Come funziona il franchising

Il contratto di franchising prevede due parti: il franchisor, imprenditore (o azienda) titolare del marchio, e il franchisee, ovvero la controparte che acquista la licenza per utilizzarlo, secondo le regole aziendali stabilite dal primo. 

Si tratta di una formula commerciale consolidata e molto diffusa, che si regge su alcuni pilastri: 

  • la durata, poiché si presuppone che il rapporto fra i due imprenditori duri nel tempo e non si esaurisca con una singola operazione.
  • La cooperazione e lo stretto legame fra i due soggetti, in quanto l’attività e le strategie aziendali del franchisor si ripercuotono e possono condizionare i risultati del franchisee. Al contempo, l’affiliato si impegna a condividere la politica commerciale e l’immagine dell’affiliante nell’interesse reciproco.
  • L’onerosità dell’accordo, che solitamente prevede un costo d’ingresso (per acquisire la licenza ed entrare a far parte del gruppo) e le royalties sulle future vendite dei beni e dei servizi.
  • L’immagine del franchisor, che viene proiettata sul franchisee mediante il marchio, l’insegna, i loghi, i colori e tutti gli elementi identificativi che rappresentano il brand oggetto del franchising.
  • Il know-how, ovvero il patrimonio di conoscenze tecniche e pratiche maturato dal soggetto affiliante e trasmesso all’affiliato.
  • L’assistenza permanente del franchisor nei confronti del franchisee al fine di garantire un supporto continuativo. 

In concreto, dunque, con il franchising si ramifica una rete di imprese che commercializzano, attraverso la propria attività, beni e servizi analoghi per tipologia e condizioni di vendita. L’attività si svolge in punti organizzati in modo omogeneo e molto simili fra loro (insegna, marchio, brand, colori), come se si trattasse di più locali fisici della stessa impresa madre. 

A seconda del genere di prodotto commercializzato o di azienda affiliante, inoltre, esistono diversi tipi di franchising:

  • il franchising di distribuzione di prodotti;
  • il franchising di servizi;
  • il franchising industriale o di produzione.

Esiste poi un’ulteriore tipologia di accordo, definita “licensing”, che consiste in un contratto di licenza del marchio che garantisce all’imprenditore un maggiore livello di autonomia nella gestione dell’attività rispetto al franchising. 

Le peculiarità e i vantaggi del franchising

Come abbiamo capito, quindi, questo tipo di contratto può essere un’opportunità interessante perché l’affiliante può raggiungere in breve tempo un buon giro d’affari, sfruttando la notorietà e il fascino commerciale dell’affiliato. 

Inoltre, replicando un modello imprenditoriale collaudato e vincente, l’affiliato potrà contenere l’investimento iniziale e usufruire di preziose indicazioni dal punto di vista dell’organizzazione della propria attività, dai rapporti di lavoro (inquadramento del personale, mansionario, orari) alla gestione del punto vendita (arredi, dress code).

Di contro, oltre agli oneri monetari, il franchisee dovrà rispettare le istruzioni impartite dal franchisor – dalle scelte imprenditoriali agli allestimenti – limitando la propria libertà di iniziativa da questo punto di vista. 

Il panorama del franchising in Italia secondo il Rapporto Assofranchising 2022

Assofranchising è l'associazione che difende e sostiene gli interessi delle reti associate, favorendo lo sviluppo del franchising di qualità in Italia, a tutela dei consumatori, delle istituzioni e dei potenziali imprenditori dell’affiliazione commerciale a rete.

Per monitorare il settore ogni anno viene redatto il Rapporto Assofranchising, uno strumento prezioso per conoscere l’andamento in Italia di questo particolare contratto di affiliazione commerciale. 

Secondo i dati del Rapporto 2022, curato da Nomisma, il giro d’affari del settore nel 2021 è pari a 28.867 milioni di euro, con un incremento del 6,7% rispetto al 2020. I punti vendita affiliati sono 59.849 (+4,7% in confronto all’anno precedente) con un totale di 238.194 addetti occupati, anch’essi in aumento. Crescono le insegne aperte (+78) dopo la contrazione del 2020.

Queste dinamiche, secondo il Rapporto, sono dovute a vari fattori, tra cui la ripresa del mercato, il maggiore clima di fiducia da parte dei consumatori, la voglia di mettersi in gioco in un’attività imprenditoriale da parte di chi, tra il 2020 e il 2021, ha visto cambiare, non per sua scelta, la propria situazione professionale. A questo si aggiunge l’ingente numero di lavoratori che, durante il 2021, ha dato le proprie dimissioni dal lavoro, situazione che, secondo Assofranchising, è legata anche al modo in cui la pandemia ha cambiato le priorità delle persone e la loro visione del lavoro. 

In questo panorama, come evidenzia il Rapporto, il franchising può essere la soluzione che permette di soddisfare il desiderio di imprenditorialità, garantendo una semplificazione delle procedure, rispetto a un’attività avviata in modo autonomo, e l’affiancamento commerciale da parte del franchisor. 

I settori merceologici e le aree geografiche più performanti

Per quanto riguarda i settori merceologici, il più performante è la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) che determina il 36% del fatturato complessivo del mercato del franchising con un giro d’affari di quasi 10.452 milioni di euro. 

Al secondo e al terzo posto, invece, ci sono abbigliamento (7.348 milioni) e servizi (3.944 milioni).


 

Per quanto concerne la distribuzione geografica in Italia, la maggior parte delle reti attive (che in totale sono 955) si trova nel Nord Ovest (353); seguono il Nord Est (190), il Centro (189), Sud e Isole (193). Interessante notare come il maggior numero di reti sia presente nel settore dei servizi (259), nell’abbigliamento (191) e nella ristorazione (160).

Rispetto alle regioni, invece, è la Lombardia quella che, nel 2021, registra il numero più elevato di punti vendita (il 16% del totale), seguita da Lazio e Sicilia.  

L’identikit del franchisee


Il Rapporto evidenzia come il mercato del franchising coinvolga, in prevalenza, due fasce d’età relativamente giovani: 25-35 anni e 36-45 anni

Sebbene la maggior parte dei franchisee sia rappresentata da uomini (il 57%), rispetto al 2020 e al 2019 aumenta la quota di donne che si avvicinano a quest’attività, percentuale che si attesta al 43% e che supera di molto quella nazionale (le attività produttive condotte da figure femminili, infatti, sono pari al 22%). 

Esistono poi settori specifici, nell’ambito del franchising, dove il numero di donne risulta maggioritario, come l’abbigliamento, il beauty e la casa.

Dal Rapporto emerge inoltre che le tra le competenze più ricercate nei franchisee ci sono la capacità di gestione delle relazioni interpersonali, di sales management e l’esperienza pregressa nel medesimo settore; tuttavia, nel 60% dei casi, per avviare un’attività di questo tipo non è necessario avere già esperienza nel campo in cui opera il franchisor.

Aprire un’attività con PrivatAssistenza

Il franchising può dunque rappresentare una valida opportunità per chi desidera avviare un percorso imprenditoriale usufruendo di una situazione economico-professionale agevolata sotto vari punti di vista. 

Come abbiamo visto, i settori su cui puntare sono numerosi. Tra questi c’è anche l’assistenza domiciliare, un ambito in forte espansione in seguito all’aumento dell’età media della popolazione italiana. 

Se stai pensando di aprire un’attività nell’assistenza a domicilio, puoi farlo con PrivatAssistenza, network che da quasi 30 anni offre servizi socio sanitari direttamente a casa di malati, anziani e disabili. 

PrivatAssistenza propone una formula di accordo economico-imprenditoriale simile al franchising, ma diversa sotto alcuni aspetti, denominata “licensing”

Si tratta di un contratto di licenza del marchio che offre all’imprenditore il vantaggio di godere di una maggiore autonomia nella gestione del proprio centro, rispetto al classico rapporto di affiliazione commerciale previsto dal franchising. Allo stesso tempo, la persona può avvalersi di tutto il supporto e dell’assistenza della casa madre, entrando in una rete di oltre 200 centri già operativi in tutta Italia.

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