Servizi sociali e assistenziali: mai più porte chiuse

29 luglio 2020
Servizi sociali e assistenziali: mai più porte chiuse

Lo scorso 3 luglio, in Commissione Bilancio, sono stati approvati due emendamenti al Decreto Rilancio volti a sancire che i servizi sociali, socio-assistenziali e socio-sanitari rivolti a persone con disabilità sono servizi pubblici essenziali e che, in quanto tali, garantiscono il godimento di diritti tutelati costituzionalmente.

A questo si aggiunge il diritto, per le persone con disabilità o in determinate condizioni di salute, di lavorare in smartworking fino alla fine della pandemia da Covid-19.

Vediamo nel dettaglio i due emendamenti e ciò che stabiliscono.

Primo emendamento

L’emendamento numero 89.1, il primo interamente dedicato alle persone con disabilità, afferma il principio per il quale sono essenziali tutti i servizi sociali e assistenziali rivolti a persone con disabilità. Questo principio ha lo scopo di tutelare anche dal punto di vista costituzionale il diritto al godimento e all’accesso a questi servizi, per far sì che non vengano mai meno.

La necessità di introdurre questo punto è nata conseguentemente al periodo di quarantena forzata dovuta all’emergenza Covid-19, durante il quale molti servizi rivolti alle persone più deboli sono stati bruscamente interrotti, lasciando migliaia di persone e le loro famiglie completamente isolate e orfane di tutte quelle attività fondamentali per rendere la loro qualità della vita migliore.

In quest’ottica, dunque, l’emendamento stabilisce che disabili e persone con fragilità di vario tipo non possono più essere lasciate sole e che, in ogni circostanza e in qualsiasi situazione, anche d’emergenza, questi debbano avere una rete assistenziale forte e garantita, in grado di tenere conto delle loro inderogabili esigenze individuali.

Pertanto, alle Regioni spetta il compito, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della disposizione, di adottare un piano che, anche in caso di emergenza, garantisca la continuità dei servizi previsti dalla legge 328. Le Regioni dovranno quindi continuare ad erogare questi servizi, anche con modalità alternative e innovative e devono predisporre tutte le risorse, economiche, umane e strumentali necessarie per mettere in atto questo piano.  

Secondo emendamento

L’emendamento 83.1, il secondo relativo alle persone con disabilità, riguarda il lavoro. Questo specifica che, fino alla conclusione della pandemia da Covid-19, viene riconosciuto, a tutte quelle persone maggiormente esposte al rischio contagio in ragione dell’età o della condizione di salute (immunodepressione, patologie oncologiche, svolgimento di terapie salvavita, comorbilità), il diritto allo svolgimento dell’attività lavorativa in modalità agile e smartworking, a condizione che questa sia compatibile con la tipologia di prestazione lavorativa richiesta.  

L’obiettivo dell’emendamento, oltre a preservare la salute delle persone più deboli, è quello di garantire la continuità lavorativa per tutti coloro che non possono fisicamente recarsi sul luogo di lavoro. Questa tutela è quindi molto importante per far sì che un’intera fetta di popolazione non venga esclusa dall'attività lavorativa, restando completamente isolata dal resto della società.  

Le indicazioni del Decreto Rilancio sono molto chiare e completamente nel segno della tutala dei diritti delle persone più deboli: ribadiscono, infatti, l’intento del documento di costruire un welfare sempre più inclusivo e a tutela di tutti i cittadini.

Non resta, quindi, che attendere di vedere quali saranno le modalità con cui le Regioni adotteranno gli emendamenti e come queste garantiranno la continuità della somministrazione dei servizi assistenziali.

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