Sempre più anziani: 73 mila nel lecchese. Il welfare punta a fare rete

12 aprile 2016
Sempre più anziani: 73 mila nel lecchese. Il welfare punta a fare rete

In Lombardia oltre 2 milioni di persone hanno più di 65 anni, in pratica il 21% della popolazione lombarda, 971 mila hanno più di 75 anni (10%) e versano in condizioni di non autosufficienza 380 mila anziani.

In provincia di Lecco il numero di residenti con più di 65 anni è in linea con la media regionale (21,4%), si parla di 73 mila persone di cui oltre 35.600 con più di 75 anni e il trend è di un progressivo invecchiamento della popolazione: tra il 2011 e il 2013 gli over 65 sono aumentati infatti del 5,8%.
Questi i dati Istat elaborati da OPS Provincia resi noti nel terzo incontro degli Stati Generali del Welfare che si è svolto venerdì mattina nella sede del Politecnico di Lecco. Un appuntamento che ha richiamato gli operatori del settore e che ha voluto tracciare un quadro della situazione dell’assistenza agli anziani nel lecchese, individuandone punti deboli e di forza.

Guardando alla distribuzione territoriale, il distretto bellanese è quello con la percentuale maggiore di persone oltre i 65 anni (22,6%) ma nel distretto di Merate nel triennio concluso nel 2013 è registrata la crescita maggiore (9,6 %), inoltre è quello con il più alto numero di residenti fino ai 64 anni d’età (64,8%). Il distretto di Lecco ha una quota di anziani pari al 21,8% della popolazione (+7,5 tra 2011 e 2013) ovvero 18.185 abitanti.

Nonostante l’incremento di anziani, le persone a carico e la spesa per il servizio di assistenza domiciliare (SAD) non sono aumentati: complessivamente in provincia di Lecco si è passati dalle 1062 persone assistite del 2012 alle 848 del 2014 con un costo annuo totale di 1,99 milioni del 2012 (1.880 euro ad anziani) a 1,75 milioni di euro del 2014 (2.016 euro ad anziano).

 

Un calo di utenti che ha colpito maggiormente il distretto di Merate (-17,26%) seguito da Bellano (13,76%) e Lecco (-10,02%) e che, come spiegato da Ruggero Plebano, coordinatore dell’Ufficio di Piani, è dovuto alla scelte delle famiglie che cercano alternative in proprio per l’assistenza dei propri familiari e così il SAD viene utilizzato da fasce di popolazione a redditi più bassi che non possono permettersi altro.

Ciò avviene anche perché non sempre le famiglie sono al corrente dei servizi offerti dalla rete di assistenza che è presente in maniera forte nel lecchese. “Per questo – ha spiegato l’assessore comunale ai Servizi Sociali, Riccardo Mariani, promotore dell’incontro – diventa oggi importante svolgere anche una funzione di supporto e consulenza per indirizzarle verso le risposte adeguate ai loro bisogni”.

Delle istante presentate, in totale 823, per il fondo di non autosufficienza (delibera giunta regionale 2883/2014) circa 516 riguardano anziani e 284 (55%) ha beneficiato della misura B2 di sostegno economico per garantire la permanenza della persona in condizioni di fragilità all’interno del proprio contesto famigliare.

La quasi totalità degli aiuti richiesti dalle famiglie riguarda l’attribuzione del buono sociale per assistenza familiare in proprio, con 194 interventi erogati e 366 mila euro di risorse messe a disposizione, e del buono per assistenti familiari, che ha destinato 134 mila euro al soddisfacimento di 67 domande.

 “Nel lecchese esiste una realtà composita di soggetti che eroga servizi, anche di grande qualità, che necessita di una maggiore capacità di entrare in rete – ha sottolineato Mariani – a fronte di un inevitabile crescita della popolazione anziana, serve un cambio di passo del settore del welfare per dare una risposta complessiva e globale dei bisogni degli anziani e delle loro famiglie, in una lettura che non vede l’anziano solo come destinatario di un servizio ma letto in un contesto di buone condizioni di vita e di legami di comunità. La figura dell’anziano non deve essere visto come una criticità soltanto ma come elemento di risorsa per la comunità”.

Fonte: lecconotizie.com

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