«Nonno ti sei ricordato le pillole?» Troppi anziani non seguono le cure

13 marzo 2019
«Nonno ti sei ricordato le pillole?» Troppi anziani non seguono le cure

«Nonno ti sei ricordato le pillole?» Troppi anziani non seguono le cure
Quasi 7 milioni di persone in Italia, ossia la metà degli over 65 italiani, soffrono di una malattia cronica grave, invalidante o potenzialmente letale, come asma, diabete, cardiopatie, artriti, tumori e glaucomi.

Eppure, le cure non vengono seguite correttamente dal 70% di loro.

Nonostante il progresso delle terapie e l’aumento della loro efficacia, che permetterebbero il controllo delle patologie e il miglioramento delle prospettive e dello stile di vita del malato, la mancata aderenza terapeutica inficia questi sforzi e aumenta i costi a carico del sistema sanitario nazionale.

Come già stimato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la metà dei pazienti non segue correttamente le prescrizioni, ma l’emergenza si respira ancora di più proprio tra gli anziani, fino ad arrivare, appunto, a quota 70%. Il perché è semplice, come spiegato da Ranieri Guerra, Assistant Director General per le iniziative speciali dell’Oms: spesso sugli over 65 si concentrano più malattie gravi, rendendo loro difficile seguire correttamente le indicazioni del medico. L’11% degli anziani, infatti, è costretto ad assumere ogni giorno 10 o più medicinali diversi. Stiamo parlando di 1 milione e 500mila persone che rischiano di compromettere seriamente il proprio stato di salute, con conseguenze importanti su sé stessi e sulla collettività: maggiori ospedalizzazioni, minore autonomia, necessità di assistenza, minore qualità e aspettativa di vita.

Come ricorda anche Roberto Messina, presidente di Senior Italia FederAnziani, negli ultimi 40 anni l’aspettativa di vita media nel nostro paese si è allungata molto: 80,6 anni per gli uomini e 84,9 per le donne. Il miglioramento delle terapie e dei processi di diagnosi precoce sono state le cause principali. Di conseguenza l’Italia si trova al secondo posto in Europa per indice di anzianità, quasi un primato a cui tuttavia non è possibile associare un alto indice di benessere generale, considerata l’elevata percentuale di malattie croniche.

L’impatto sulle finanze pubbliche è impressionante: in base ai dati del Centro Studi Sanità in Cifre di FederAnziani, aderenza terapeutica e diagnosi precoce farebbero risparmiare 19 miliardi di euro al nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Ma quali sono le motivazioni alla base di questo fenomeno?

Come sottolineato da Paolo Biasci, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, oltre alla complessa gestione della terapia, esistono situazioni in cui il paziente non è completamente vigile o, ancora, convinzioni personali errate sui farmaci e timore delle reazioni avverse, aspetto che riguarda in particolare i bambini.

Tornando agli anziani, da uno studio condotto dall’Agenzia Italiana del Farmaco, emerge che i fattori che portano alla mancata aderenza alle terapie siano:

  • La convinzione che l’impegno per seguire la cura sia maggiore dei benefici.
  • Poca consapevolezza dell’importanza delle prescrizioni sul proprio stato di salute a lungo termine.
  • La complessa gestione della terapia.
  • La perdita di fiducia rispetto all’efficacia del farmaco.

Il fenomeno, comunque, non riguarderebbe solo l’Italia. Solo negli USA, si calcolano sprechi per circa 100 miliardi di dollari ogni anno, mentre in Europa sarebbero 194.500 i decessi e 125 miliardi di euro l’anno i costi di ricovero evitabili.

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, spiega che sulle motivazioni sopra citate è necessario migliorare il dialogo con il medico di famiglia o lo specialista che prescrive la cura. È indispensabile che il paziente conosca la corretta posologia e i tempi di assunzione, oltre a scegliere formulazioni che favoriscano l’aderenza alle cure.

Paolo Marchetti, Ordinario di Oncologia all’Università La Sapienza di Roma, sottolinea come le nuove terapie possano portare alla cronicizzazione di malattie gravi come i tumori. Considerato che in Italia, ogni giorno, oltre 510 nuovi casi di cancro colpiscono gli over 70, è fondamentale permettere anche agli anziani l’accesso ai nuovi farmaci, ma diventa inutile se non migliorano i dati sull’aderenza terapeutica. Ad esempio, 1 donna su 6, colpita da cancro al seno diagnosticato ai primi stadi, non assume l’ormonoterapia come dovrebbe, aumentando la probabilità di ricadute, metastasi e decesso. Analogamente, come riportato da Guido Valesini, vicepresidente della Società Italiana di Reumatologia, del 30% degli anziani che assumono antireumatici e antinfiammatori, solo il 40% assume correttamente i farmaci secondo le terapie per artrite reumatoide.

I medici, ogni giorno, si trovano a sostenere carichi di lavoro tali da portarli a spiegare in modo frettoloso o sommario le motivazioni di una terapia al proprio paziente. Occorre iniziare a lavorare in tal senso, perché la comunicazione medico-paziente inizi finalmente a funzionare.

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