Missione Assistenza. Articolo settimanale OGGI

18 giugno 2014
Missione Assistenza. Articolo settimanale OGGI

Papa Francesco compie 77 anni: auguri! E lui continua a ripetere: "Pregate per me". Il settimanale OGGI vi spiega perché la sua è una vera rivoluzione della Chiesa. E poi, il trionfo di Matteo Renzi alle primarie del Pd, l'addio a Nelson Mandela, Roberto Vecchioni che parla per la prima volta delle sue nipotine, e tanto altro ... fra cui un articolo di 2 pagine su PRIVATASSISTENZA .... !!!  Buona lettura!


MISSIONE ASSISTENZA: Il supporto alle famiglie in difficoltà che viene fornito nel nostro paese da una consolidata rete di agenzie. Ecco come funziona.

In Italia due milioni e seicentomila persone, pari a tutti gli abitanti di Roma, hanno bisogno di cure domiciliari, da un semplice aiuto a svolgere le più banali attività quotidiane (mangiare, lavarsi, uscire a fare una passeggiata) alla vera e propria assistenza sanitaria (fisioterapia, somministrazione di farmaci, medicazioni). "Di questi, la metà ha più di ottant'anni e il 75 per cento ne ha più di 65; e il dato inquietante è che la cifra è destinata a triplicare nel giro di 15 anni!", commenta Marco Caffagni, responsabile della rete Privatassistenza, 145 centri in tutta Italia che forniscono assistenza domiciliare.

Stiamo diventando un Paese con i "capelli d'argento", lo ripetiamo da anni, e sappiamo che superati i 70 siamo più esposti a una serie di malattie: le demenze senili (700 mila italiani soffrono di Alzheimer); il diabete, che colpisce un anziano su cinque e può avere riflessi invalidanti sulla persona; i problemi cardiocircolatori, come ictus e infarti, che spesso causano disabilità temporanee o permanenti; l'osteoporosi, causa di fratture che immobilizzano a letto; fino alle banali artrosi e artriti che quando superano il livello di guardia possono complicare o addirittura impedire le normali attività quotidiane, come cucinare, vestirsi e lavarsi.
L'esercito in netta crescita dei non autosufficienti purtroppo è poco aiutato dallo Stato.

"I servizi di assistenza domiciliare pubblica, gestiti dalle Asl o dai Comuni, coinvolgono solo il 4,9 per cento degli anziani", aggiunge Caffagni. "agli altri non resta che organizzare una rete di supporto".

Le famiglie, molto meno numerose del passato e ormai polverizzate sul territorio, fanno sempre più fatica a prendersi cura delle persone non autosufficienti in modo continuativo e puntuale; senza contare che non tutti sono in grado di offrire un aiuto competente. Le alternative? Si chiamano badanti: figure utili e irrinunciabili, ma non sempre professionalmente all'altezza; in più, impongono, giustamente, una serie di iter burocratici (assunzione, busta paga, orari) complicati da gestire.

Le case di riposo, scelta obbligata nei casi più gravi (quando la persona è costretta a letto o soffre di Alzheimer) non coprono tutte le richieste - in Italia ci sono solo 300 mila posti - hanno costi alti (a partire da quasi 2000 € mensili in via privata per chi non può usufruire dei benefici pubblici) e catapultano l'anziano in un altro ambiente, per niente allegro, con il rischio di accelerare un crollo psicologico e fisico.
"Se dal punto di vista sanitario le strutture pubbliche, ospedali e cliniche, offrono un intervento puntuale e un supporto efficace per la fase acuta; l'assistenza quotidiana domiciliare per la fase cronica è più carente".

Per colmare questo vuoto, e fornire un supporto che la famiglia non sempre è in grado di garantire, è nata 20 anni fa Privatassistenza, un network di agenzie che offrono servizi quotidiani e cure mirate. «L'obiettivo è migliorare la qualità della vita, perché anche una passeggiata al parco contribuisce al benessere, favorire il recupero dell'autonomia e quando serve garantire un servizio di tipo infermieristico o socio assistenziale», aggiunge Caffagni.

Una volta contattato il centro (su www.privatassistenza.it, o chiamando il numero 800 663388800 663388), con una visita domiciliare gratuita gli operatori verificano la situazione della persona e in base alle sue esigenze propongono una soluzione su misura, un vero e proprio piano assistenziale personalizzato che tiene conto delle esigenze dell'assistito e della sua famiglia.
(può servire un aiuto nelle pratiche igieniche e nella preparazione dei pasti; l'eventuale integrazione con un supporto sanitario, la somministrazione di eventuali farmaci, la fisioterapia, il podologo o il logopedista). Insieme al programma, si elabora un preventivo; non c'è un listino unico in tutta Italia, i costi variano in base alle zone; la tariffa oraria è di 8-12 euro, ma può essere forfettizzata. Ovviamente, i servizi sono fatturati e detraibili o deducibili secondo le normative vigenti.

Il piano d'assistenza è elastico e può essere modificato in base alle esigenze quotidiane e interrotto quando si vuole, senza penali. Si può chiedere anche un intervento occasionale, con un preavviso di un'ora, o un servizio "d'emergenza" per un week end scoperto o per le vacanze.
Il personale addetto all'assistenza è selezionato e qualificato; centri sono reperibili 24 ore su 24 365 giorni all'anno e tutti i servizi sono coperti da assicurazione a tutela dei clienti e degli operatori.

Un'opportunità di lavoro
Privatassistenza è anche un'idea per chi vuole trovare una nuova occupazione o rientrare nel mercato del lavoro (su 100 operatori, 90 sono donne con più di 40 anni). L'attività può essere avviata in franchising da chiunque abbia un minimo di capacità imprenditoriale e buone doti organizzative, molta voglia di fare e un'ottima predisposizione ai rapporti interpersonali; non guasta una moderata dose di empatia, la capacità di cogliere le esigenze di chi ci sta di fronte.
Come si fa: per aprire un "negozio" Privatassistenza, bisogna chiamare il numero verde franchising 800012107 per richiedere il materiale informativo; quindi, si fissa un incontro con i responsabili della rete. Superato il colloquio, se si decide di affiliarsi al marchio si segue un corso di formazione, una settimana full immersion dove istruttori, professionisti dell'assistenza e addetti al marketing spiegano nel dettaglio tutti gli aspetti della nuova attività.

Trovato lo spazio (è sufficiente un piccolo negozio), la rete offre un supporto di marketing - il materiale da apporre sulla vetrina, l'insegna, i dépliant informativi - con cui partire. La prima cosa da fare è dedicarsi alle pubbliche relazioni: contattare i medici di base, le strutture ospedaliere, i capisala, gli assistenti sociali in modo da far conoscere il servizio. Infine, si raccolgono le candidature degli operatori, da quelli sociosanitari agli infermieri agli operatori socio assistenziali.
L'investimento iniziale varia dai 30 ai 45 mila euro: 18 mila è la tariffa d'ingresso nella rete Privatassistenza; il resto, dai 12 ai 25 mila euro, serve per coprire i costi necessari nel primo anno di attività, il fisiologico periodo di avviamento di un'attività economica.

CallSend SMSAdd to SkypeYou'll need Skype CreditFree via Skype

Contatta il centro più vicino