Italia, aumentano gli antidepressivi tra gli anziani

10 ottobre 2019
Italia, aumentano gli antidepressivi tra gli anziani

Italia, aumentano gli antidepressivi tra gli anziani
L’ultima relazione pubblicata a luglio 2019 dall’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) di AIFA disegna un quadro preoccupante sulla situazione italiana del consumo di antidepressivi. Si parla, infatti, di un aumento davvero consistente, considerando il +3,7% registrato tra il 2017 e il 2018.

Lo scorso anno, gli italiani hanno speso in antidepressivi un totale di 382,1 milioni di euro, dei quali 199,2 milioni solo per gli SSRI. Della famiglia degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina fanno parte sei molecole: Paroxetina, Scitalopram, Sertralina, Citalopram, Fluvoxamina e Fluoxetina, anche nota come “Prozac”.

Se andiamo, però, a indagare la composizione di coloro che utilizzano i farmaci antidepressivi, troviamo differenze sostanziali in termini di sesso ed età.

Le donne sono le più propense, soprattutto nel corso dell’invecchiamento: ad esempio, l’utilizzo di antidepressivi per le over 75 è del 25%, mentre per gli uomini over 75 è del 15%. Questa prevalenza femminile, pur inasprendosi con gli anni, inizia a farsi sentire già tra i 45-54enni, dove registriamo un 10% per le donne e un 5% per gli uomini.

AIFA rileva che i principali nuovi utilizzatori hanno in media 69 anni e per due terzi sono di sesso femminile. Il 40% di persone che usufruiscono dei farmaci, però, presenta una bassa aderenza alla terapia e solo il 16% riesce nel mantenere alta l’aderenza, percentuale che scende al 14% tra i 75-84enni e all’11% fra gli over 85. In generale, il fenomeno della bassa aderenza terapeutica è trasversale a tutte le fasce di popolazione, dato che anche tra i 45 e i 54 anni solo il 19,4% segue correttamente le terapie. La probabilità di interrompere il trattamento a 96 giorni dall’inizio della terapia è del 50%, sia negli uomini sia nelle donne; per i 45-54enni si parla di 112 giorni di “resistenza” e di soli 73 giorni per gli over 85; il fenomeno è tanto consolidato che solo un quarto dei pazienti, a un anno dall’inizio della terapia, continua a seguire regolarmente il trattamento.

Anche dal punto di vista geografico emergono dati interessanti: nel nord Italia il consumo è spesso doppio rispetto ad altre zone del sud Italia. Al primo posto svetta la Toscana, insieme a Emilia Romagna, Umbria, Bolzano e Liguria. In fondo alla classifica, troviamo Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia, Molise e Friuli- Venezia Giulia.

In un generale contesto per cui il consumo di questi farmaci cresce all’aumentare dell’età, è evidente, innanzitutto, che la situazione degli anziani in Italia, per una serie di ragioni, non riesce a garantire la serenità alle persone in terza età. Inoltre, soprattutto se l’assistenza è sporadica o non professionale, occorre tenere conto dell’alta probabilità che le terapie non vengano seguite, con gravi conseguenze sulla psiche e sulla salute dell’anziano.


Contatta il centro più vicino