Decreto Salva Italia, le misure e i Fondi per i disabili

4 giugno 2020
Decreto Salva Italia, le misure e i Fondi per i disabili

Il Decreto Salva Italia, approvato lo scorso 14 maggio, stabilisce, tra gli altri punti, un incremento di 90 milioni di euro per il Fondo per le non autosufficienze (FNA), di 40 milioni per mettere in sicurezza le strutture semiresidenziali e di 20 milioni per il Fondo “Dopo di noi”. Nonostante le misure siano importanti, non sembrano soddisfare le associazioni di categoria che avevano chiesto investimenti e sforzi ancora maggiori. Secondo le associazioni, dunque, anche in questo caso si sarebbe persa l’occasione di ascoltare le tante richieste che erano state poste all’attenzione del governo.
Ma vediamo nel dettaglio le misure che interessano i disabili e le loro famiglie.

Il decreto Salva Italia

I punti del decreto che toccano direttamente il mondo della disabilità sono:

  • Eliminazione della dicitura “disabilità gravissima” dal testo. La bozza del decreto aveva infatti sollevato diverse polemiche proprio a causa di questa dicitura che andava ad indicare i destinatori del fondo per le non autosufficienze. Questa, secondo le maggiori associazioni, avrebbe creato una serie di difficoltà nell’individuare con precisione i parametri secondo i quali identificare le persone destinatarie del fondo. Nel nostro ordinamento giuridico, infatti, è stabilito che il riconoscimento del sostegno economico sia dovuto ai disabili, senza nessuna distinzione tra disabili gravi e gravissimi.
  • Incremento del Fondo per le Non Autosufficienze. Al fondo vengono ora destinati 90 milioni di euro, di cui 20 sono obbligatoriamente indirizzati al progetto Vita Indipendente, e 20 al Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare.
  • Incremento del Fondo per il “Dopo di noi”.
  • Istituzione del Fondo per il sostegno alle strutture semiresidenziali per persone disabili. Questo fondo, di 40 milioni di euro, è temporaneo ed è rivolto a tutti quegli enti gestori di strutture socio-educative, socio-assistenziali, socio-occupazionali, socio-sanitarie e polifunzionali per persone disabili che, al fine di affrontare i nuovi oneri stabiliti dal Dpi per utenti e personale di servizio emanato per affrontare l’emergenza Coronavirus, sono costrette ad affrontare nuove spese.

La reazione delle associazioni

Secondo le associazioni, come il Comitato dei Caregiver Familiari Comma 255, FAND, Anmic, Anglat, TutteperItalia, le problematiche principali del decreto stanno innanzitutto nelle cifre stanziate. Queste, infatti, non sarebbero sufficienti a coprire le reali necessità delle famiglie con disabili acarico.
Le associazioni avevano stimato in 2 miliardi di euro la cifra minima che il Fondo avrebbe dovuto stanziare; invece, alla luce di quanto stabilito dal decreto, si raggiungerà una cifra ben inferiore (661 milioni del FNA e 76 milioni per il Fondo Dopo di noi).

Bisogna inoltre tenere in considerazione che la pandemia da Coronavirus e le conseguenti difficoltàeconomiche ad essa collegate, non hanno fatto altro che aggravare la situazione, incrementando lanecessità di aiuti da parte delle famiglie con disabili a carico.

Ci sono poi altre questioni rimaste irrisolte, come ricorda Nazaro Pagano, presidente della FAND:

  • La garanzia di una continua assistenza domiciliare
  • L'aumento delle pensioni di invalidità, ferme da molti anni a 285 euro al mese
  • L'adozione di ulteriori ammortizzatori sociali del Fondo di Integrazione Salariale, deiprotocolli per la mobilità in sicurezza per persone con disabilità sensoriali, didattica adistanza, smart-working reale
  • L’equiparazione tra assenze dal lavoro per malati cronici o per persone immunodepresse e ilricovero ospedaliero. Le associazioni vorrebbero infatti che i giorni in cui le persone disabilinon si recano al lavoro venissero equiparati a giorni di ricovero ospedaliero
  • L’estensione dei permessi per chi deve assistere un disabile. Come successo per i mesi dimarzo e aprile, e come stabilito dal decreto Cura Italia, anche nei mesi di maggio e giugnosaranno aumentati i giorni di permesso lavorativo per chi assiste un familiare disabile. Igiorni che si vanno ad aggiungere a quelli già previsti per legge sono 12, arrivando così ad untotale di 18 giorni per i mesi di maggio e giugno.

Seppure rappresenti un’importante novità e comporti un’iniezione di denaro non indifferente, il Decreto Salva Italia sembra rappresentare ancora una volta un’occasione perduta per dare voce a chida anni chiede maggiore tutela e riconoscimento. Le associazioni restano quindi sull’attenti, percontinuare a domandare ciò di cui hanno bisogno per tutelare e assistere i disabili.

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