Caregiver famigliari, il disegno di legge

3 marzo 2020
Caregiver famigliari, il disegno di legge

Letteralmente caregiver significa “colui che dà cura, che si prende cura”. In Italia i caregiver familiari, ovvero tutte quelle persone che si occupano quotidianamente di parenti non autosufficienti, disabili o malati, sono presenti in larghissimo numero (si calcola circa 7,3 milioni), ma non sono riconosciuti dalla legge, ragion per cui non sono garantiti loro tutele e diritti. A oggi, dal punto di vista giuridico i caregiver sono paragonabili ai volontari.  

Ora, però, in ritardo rispetto a molti altri Paesi europei, è approdato in Commissione Lavoro del Senato un disegno di legge che prevederebbe il loro riconoscimento.

L’Italia sta quindi provando ad adeguarsi a Paesi come Regno Unito, Francia, Paesi Bassi, Svezia, dove non solo i caregiver sono riconosciuti e godono di tutele e diritti, ma ricevono anche benefit previdenziali, reddito e persino corsi di formazione.

I numeri del fenomeno

Come anticipato, i caregiver italiani sarebbero 7,3 milioni. In Italia, infatti, ben il 5,2% della popolazione ha gravi limitazioni, tanto da necessitare di un supporto concreto e pressoché costante.

In particolare, 2,3 milioni di famiglie italiane vivono con un componente con gravi limitazioni e il fatto che questo porti molti caregiver a rinunciare al proprio lavoro, incide in maniera negativa sulle finanze dei nuclei famigliari: il 67% di questi non può permettersi nemmeno una settimana di ferie l’anno e più di un quinto non può riscaldare a sufficienza le proprie abitazioni.

Questi numeri ci fanno capire quanto sia vasto e totalizzante il fenomeno dell’“assistenza familiare” e quanto queste figure, oggi più che mai, necessitino un giusto riconoscimento.

Le ripercussioni sulla vita privata dei caregiver

Le sfide che i caregiver si trovano a dover affrontare quotidianamente sono molteplici. Come detto, molti di loro sono costretti ad abbandonare il proprio percorso lavorativo, venendo catapultati in una realtà tutta nuova, fatta di cura e assistenza. E non è tutto: le ripercussioni, oltre a riflettersi sullo stile di vita, si fanno sentire anche a livello psicologico e sullo stato di salute del caregiver stesso.

Uno studio realizzato da Elizabeth Blackburn, Premio Nobel per la medicina, afferma che gli assistenti familiari hanno una speranza di vita dai 9 ai 17 anni inferiore a quella delle altre persone. La causa di questo fenomeno risiede principalmente nel forte stress emotivo che questi sono costretti a vivere ogni giorno.  

Il disegno di legge

La normativa, ora in discussione in Commissione lavoro, prevederebbe, tra le varie misure, la possibilità di telelavoro e smart working, sempre che la tipologia di attività lavorativa lo consenta, oltre al ricevimento di tre anni di contributi figurativi equiparati al lavoro domestico. La legge servirebbe anche a sbloccare i fondi stanziati per il triennio 2018-2020, ma non utilizzabili fino all’approvazione della legge stessa e a eguagliare la situazione in tutto il Paese, senza distinzione alcuna di residenza. Al momento in Italia, infatti, molto dipende dalla Regione in cui si vive.

Come denunciano molte associazioni, tra cui quella di Coordinamento Nazionale famiglie con disabilità, le Regioni, oltre a decidere in maniera autonoma l’ammontare di aiuti economici da erogare, modificano il trattamento dei caregiver di anno in anno, creando un forte senso di instabilità e frustrazione.   

Le richieste delle associazioni

Quello che lamentano le associazioni è che, comunque, i fondi stanziati non sono sufficienti a coprire le reali necessità dei caregiver di tutta Italia e delle loro famiglie, e sperano che vengano apportate al disegno di legge diverse migliorie in fase emendativa. In particolare, vorrebbero:  

  • Contribuiti figurativi non solo per tre anni
  • Possibilità di prepensionamento
  • Assegno per chi non ha un reddito sufficiente
  • Percorsi preferenziali nelle strutture sanitarie
  • Snellimento delle procedure burocratiche

Se tutto andrà per il meglio la legge potrebbe essere approvata entro l’estate e segnerebbe un passo avanti per lo Stato italiano nel riconoscimento di figure così importanti e presenti su tutto il territorio nazionale. Non è più possibile, infatti, ignorare le richieste di milioni di cittadini che quotidianamente svolgono mansioni così importanti.

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