Bolle sociali per contrastare la diffusione del Coronavirus

6 luglio 2020
Bolle sociali per contrastare la diffusione del Coronavirus

Bolle sociali per contrastare la diffusione del Coronavirus

Nelle scorse settimane, moltissimi Paesi che si erano trovati a dover fronteggiare, con metodi di controllo differenti, la diffusione del Covid-19 hanno iniziato a revocare molte delle restrizioni precedentemente imposte.

Alcuni di loro, come Nuova Zelanda, Canada e Belgio, all’inizio della fase 2 hanno deciso di adottare con buoni risultati il cosiddetto metodo delle “bolle sociali”.A fronte di un parziale ritorno alla normalità e di una graduale ripartenza di tutte le attività sociali, applicando questo modello, per ora non sono stati riscontrati nuovi aumenti significativi nel tasso di persone positive al Coronavirus.

In cosa consiste il modello delle “bolle sociali”?

La creazione di bolle sociali permette di interrompere la catena di contatti fisici che intercorre tra diverse persone, andando così a creare dei vuoti tra diversi gruppi di persone.Per esempio, il Belgio aveva stabilito che ogni persona o nucleo familiare convivente potesse al massimo ricevere a casa la visita di quattro persone selezionate, che avrebbero dovuto essere le uniche con cui avere questo tipo di interazione diretta per le settimane a seguire.Una volta stabilito il proprio gruppo, non era quindi possibile cambiarlo, o incontrare persone esterne al gruppo stesso.  In questo modello, quindi, ogni bolla resta un sistema chiuso, i cui componenti non entrano in interazione con persone appartenenti ad altri gruppi.

Secondo molti studiosi, per creare una bolla perfetta è necessario tenere in considerazione il fattore geografico. Questo significa che le persone appartenenti alla stessa bolla non dovrebbero mai provenire da aree geografiche distinte e distanti, in modo da non allargare ad altre aree geografiche l’eventuale contagio.Alcuni studiosi ipotizzano anche che nel lungo periodo persino gli uffici e le scuole potrebbero essere ristrutturati secondo questo principio. Si andrebbero quindi a separare i lavoratori e gli studenti in base alla loro provenienza geografica.

Le basi scientifiche che supportano il modello delle bolle sociali sono abbastanza semplici ed intuitive: anche qualora uno dei membri di una bolla sociale fosse positivo al Coronavirus, questo lo trasmetterebbe potenzialmente solo ed esclusivamente ai membri della stessa bolla. Pertanto, sarebbe molto facile il tracciamento dei contagiati e il conseguente isolamento in quarantena degli stessi.

L’efficacia di questo metodo si basa anche sul buon senso dei cittadini nel rispettare le regole igienico-sanitarie imposte durante il lockdown, come il distanziamento sociale, l’utilizzo della mascherina laddove possibile, l’utilizzo del gel igienizzante dopo che si è entrati a contatto con oggetti toccati da altre persone e il lavaggio frequente delle mani.

Gli aspetti critici del modello

Anche per questo modello sussistono però alcune problematiche. Prima tra tutte la fiducia: è infatti proprio su questa che si basa l’intero sistema. Ogni persona appartenente ad una bolla si affida agli altri perché rispettino le regole e non incontrino nessuno che appartiene ad altre bolle sociali.  

L’altra criticità risiede nella dimensione della bolla. Secondo molti studiosi una bolla costituita da sole quattro persone sarebbe troppo ridotta: ognuno di noi, infatti, è circondato da un numero di persone maggiore di quattro, tra famigliari ed amici stretti, con le quali ha necessità di incontrarsi.

Oltre a questo, bisogna aggiungere che l’intero sistema si basa anche sulla presenza di test e il tempestivo intervento in caso di rilevamento di positivi all’interno di un gruppo sociale.

La sperimentazione del modello sembra dunque essere ancora lunga, ma secondo alcuni studiosi questa potrebbe essere una strada percorribile per evitare la quarantena, con conseguente isolamento delle persone nelle proprie abitazioni. Questo approccio rappresenta infatti una via di mezzo tra l’isolamento forzato e la totale assenza di regolamentazione sugli incontri con altre persone. Quello che è certo è che non bisogna abbassare la guardia e che, in attesa dell’arrivo del vaccino anti Covid-19, occorre tenere a mente tutte le buone pratiche sul distanziamento sociale imparate negli scorsi mesi.

 

Contatta il centro più vicino