Badanti, un anziano su tre non la può pagare.

15 ottobre 2007
Badanti, un anziano su tre non la può  pagare.

Un'assistente familiare costa 1.200 euro al mese.
Caritas e Cgil: sostegni alle famiglie o crescerà il lavoro nero

Oltre quattro su dieci sono clandestine: ma fanno un lavoro che se non ci fossero bisognerebbe inventarle.

Invece altre due su dieci ce l'hanno, il permesso di soggiorno: ma lavorano senza contratto.

Solo le rimanenti sono in regola con tutto: ma almeno un anziano su tre, a Milano e in Lombardia, con la sua pensione da 500 euro al mese non arriva neanche alla metà di quel che servirebbe, tra contributi e il resto, per pagarle come sarebbe giusto.

La loro definizione politically correct, stando alle tabelle degli uffici del lavoro, sarebbe quella di «assistenti familiari »: ma per tutti sono le badanti e basta.

Per metà esteuropee, per quasi un quarto sudamericane, le altre un po' da tutto il mondo: e in Lombardia sono quasi 140 mila, 85 mila nella sola provincia di Milano.

«Un sistema di welfare parallelo — dice don Roberto Davanzo, direttore della Caritas ambrosiana — su cui da noi letteralmente si regge la sopravvivenza di oltre un anziano su dieci: e le istituzioni non possono più non tenerne conto».

Sono questi i dati e le valutazioni che escono dall'ultimo rapporto dell'Istituto di ricerca sociale presentato ieri in collaborazione con Caritas e Cgil.
E la sua sintesi descrive un problema che si morde la coda.
Cioè, una badante in regola e a tempo pieno per una persona non autosufficiente — stando al contratto in vigore per le colf — costerebbe 1.268 euro al mese più vitto e alloggio: in cambio di 54 ore settimanali e comprensivi di Tfr e sostituzione ferie.

Ma il 30 per cento degli over65 lombardi fa già fatica a campare, se non ha dietro una famiglia, con i 500 euro di minima che prende: in numeri assoluti significa che sul milione e 900 mila anziani residenti in Lombardia ce ne sono almeno 552 mila che non possono permettersi di pagare una assistente se non ricorrendo a figli o parenti, quando ne hanno.

Morale: «Se non si esce da questa spirale — dice Sergio Pasquinelli dell'Irs — per le badanti in nero non c'è via d'uscita».

Che invece ci sarebbe, secondo don Davanzo: «E consiste nel sostegno alle famiglie da parte delle istituzioni ».

Conti alla mano: «Un anziano in istituto costa alla comunità 1.600 euro al mese e più. Un contributo dato alle famiglie per aiutarle a pagare una assistenza domiciliare, tra l'altro qualitativamente migliore, sarebbe anche sensibilmente più economico».

La spesa complessiva sostenuta dalle famiglie lombarde che attualmente si pagano le proprie badanti da sole è stimata, tra servizio regolare e sommerso, in più di 1,6 miliardi di euro l'anno: un miliardo dei quali nella sola provincia di Milano.

«Il nuovo contratto di lavoro — riconoscono alla Cgil — ha avuto il merito di tutelare il lavoratore, ma oggettivamente ha messo in difficoltà l'anziano e la sua famiglia: che in questo caso sono soggetti deboli come il primo, e per questo vanno sostenuti ».

Richieste e proposte del sindacato e della Caritas, in questo senso, sono precise: formazione professionale per le operatrici familiari, agevolazioni fiscali per chi assume una badante in regola, istituzione di un Fondo regionale per incentivi all'emersione del nero, maggiore sinergia tra servizi sociali e centri per l'impiego.

Che non sia impossibile — rivendicano — è dimostrato dall'esperimento già realizzato da loro assieme all'Irs con i Comuni di Brescia e Sesto San Giovanni: che con gli sportelli del progetto «Qualificare », in due anni, ha incontrato 1964 «aspiranti badanti » da una parte, 869 famiglie dall'altra, e ha portato a concludere 558 contratti regolari.

Fonte: Paolo Foschini vivimilano.it

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