Anziani che aiutano anziani: degli 8,5 milioni di caregiver italiani, in molti sono in età avanzata.

22 febbraio 2018
Anziani che aiutano anziani: degli 8,5 milioni di caregiver italiani, in molti sono in età avanzata.

Rappresentano il 17,4% della popolazione italiana. Assistono in misura variabile persone non più in grado di provvedere a se stesse. Molti, si occupano dei propri congiunti malati, in sostituzione alle circa 900.000 badanti registrate dall’INPS.
Sono i caregiver, persone che per l’appunto si impegnano dell’assistenza di altre persone affette da malattie croniche, infermità o dalle problematiche dell’età avanzata.

Una rete silenziosa, quella composta dai caregiver, solo recentemente riconosciuta dalla legge di Bilancio 2018. Da questo “vuoto” ha origine anche l’analisi Istat su coloro che assistono anziani e malati, presente nel rapporto europeo e italiano sui servizi sanitari.

Malattie croniche e assistenza domiciliare, cure dentali, ricorso a medici di famiglia e specialisti, motivazioni della rinuncia alle cure, soggetto affetti da solore fisico, grado di percezione di sostengo sociale, incidenti domestici e stradali, sono le tante sfaccettature della vita di assistiti e assistenti che sono stati presi in esame nel corso delle indagini.

Nel nostro paese, il 18,5% dei caregiver sopra i 15 anni fornisce cure almeno una volta a settimana. Lo fa il 17,4% di chi ha tra 65 e 74 anni, il 10,4% di chi ha più di 75 anni e in generale il 14,1% di chi di anni ne ha più di 65. Se pensiamo invece a chi è parente del proprio assistito troviamo cifre inferiori, ma non di molto: nelle varie fasce di età si ha dai 15 anni in su il 16,1%, tra 65 e 74 il 14,1%, oltre i 65 l’11,% e oltre i 75 l’8,4%. Chi è più impegnato in questa attività? Le fasce d’età più coinvolte nell’assistenza domiciliare sono quelle 45-54 e 55-64 anni, in cui troviamo rispettivamente un 24,9% e un 26,6% di caregiver, di cui il 22% e il 22,9% nei confronti di familiari.

Se poco più della metà degli intervistati (il 53,4%) dedica all’attività meno di 10 ore a settimana, il 19,8% tra le 10 e le 20, fino a un consistente 25,1% che assiste il paziente più di 20 ore nell’arco della settimana.

In merito alla distribuzione geografica, troviamo la presenza maggiore in Friuli Venezia Giulia (20,2%) e quella minore a Bolzano (l’11,9%). Rispetto a chi assiste parenti, si posiziona in cima l’Umbria (17,1%) e di nuovo Bolzano, in coda (9,3%). Sono stati presi in considerazione anche livello di istruzione e reddito. Sono di più i caregiver mediamente istruiti (18,9%), ma coloro che si impegnano più ore (20/settimana) normalmente lo sono scarsamente (il 30,8%). Coloro che vi si dedicano meno sono per la maggior parte altamente istruiti (58,9%).

Un paradosso, da un certo punto di vista, lo troviamo in ambito reddituale: all’aumentare della disponibilità economica, aumentano le ore di assistenza (18,6% nel quintile più ricco), mentre chi ne offre meno appartiene al quintile inferiore (13,6%).

Ma dall’analisi emerge soprattutto un dato di fatto allarmante: ad assistere gli anziani troviamo spesso altri anziani, principalmente familiari, che non riescono a trovare supporto nel territorio di riferimento.

E la situazione non pare essere destinata a cambiare: per il triennio 2018-2020 sono stati stanziati solo 20 milioni di euro, che di fatto vale meno di 3 euro all’anno per singolo caregiver.

Con tempo e risorse che scarseggiano, emerge con forza l’esigenza di un sistema integrativo di assistenza, strutturato, variegato (dal punto di vista sanitario e sociale) e distribuito in modo capillare nel territorio.

Privatassistenza dal 1993 si prende cura di anziani, malati e disabili in tutta Italia, grazie alla rete di operatori socio sanitari e socio assistenziali a disposizione, per un’ampia varietà di servizi dedicati, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche nei festivi. Trova il centro più vicino a te e chiedi maggiori informazioni.

 

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