Come è cambiata la vita degli anziani in quest’anno di pandemia

6 maggio 2021 Emergenza Covid
Come è cambiata la vita degli anziani in quest’anno di pandemia

Ormai è passato più di un anno dall’inizio della pandemia.Da allora, la vita di tutti noi è cambiata, costringendoci a restrizioni e distanze obbligate. Tra i soggetti maggiormente sfavoriti da queste condizioni, gli anziani, i quali hanno subito un particolare impatto a causa delle loro fragilità fisiche e cognitive.La necessità di ridurre le interazioni sociali ha portato un effetto molto negativo non solo sulla loro condizione fisica, ma anche sul loro umore e sulle loro performance cognitive.

Costretti a stare in casa, hanno diminuito l’attività fisica, con conseguenze drastiche soprattutto per coloro che soffrono di artrosi, osteoporosi, malattie cardiovascolari, diabete mellito o malattie neurologiche come il Parkinson.

D’altra parte, dal punto di vista psicologico, l’anziano ha una percezione più acuta della perdita e soffre maggiormente per le rinunce che è costretto a fare, come ad esempio l’impossibilità di partecipare a un compleanno familiare.

 

La strategia vaccinale e le RSA

Le RSA sono risultate da subito strutture a rischio, a causa della forte incidenza di mortalità avvenuta al loro interno. Per questo motivo, la strategia vaccinale adottata è stata inevitabile ed è risultata, sotto un certo punto di vista, una vittoria.D’altra parte, la situazione di pericolo improvvisa causata dal Covid, ha fatto emergere in maniera drammatica la fragilità di tali strutture dal punto di vista organizzativo e di regolamentazione.

Ciò che servirebbe è la riorganizzazione di tutto il sistema dell’assistenza, al fine di rendere adeguati gli standard ed evitare che situazioni del genere si ripetano, anche rinforzando i contributi alle formule che non prevedano l’assembramento, come l’assistenza domiciliare.

Le conseguenze sulle cure delle altre patologie

Dall’inizio della pandemia, il pronto soccorso viene visto come un luogo pericoloso, da evitare, poiché al suo interno è facile contrarre l’infezione. Questo, nel lungo periodo, è ovviamente molto rischioso per coloro che soffrono di patologie.Ad esempio, durante il primo lockdown sono calati notevolmente gli accessi in ospedale per infarti o sindrome coronarica acuta. Inoltre, la difficoltà dei medici nel fare visite a domicilio, ha creato grossi problemi a coloro che soffrono di malattie croniche-degenerative, mentre anche l’apparato diagnostico ha subito rallentamenti che avranno conseguenze tangibili sul decorso delle malattie.

Provvedimenti necessari

Considerando la situazione attuale, provvedimenti necessari per garantire benessere e sicurezza agli anziani sono diversi, ma si possono già definire delle priorità.Prima di tutto ci sarebbero da riorganizzare le RSA e le cure domiciliari, potenziando l’assistenza agli anziani fragili in ospedale grazie ai fondi del Recovery Plan, facendo attenzione sia alla struttura sia al personale sanitario.

Un altro passaggio fondamentale sarebbe quello di sviluppare protocolli e iniziative che possano rendere accessibile a tutti gli anziani programmi di esercizio fisico, poiché il ritorno a una vita fisicamente attiva rappresenterebbe una strategia vincente per uscire davvero dalla pandemia e ridare scopo, dignità e salute alla terza età.A questo scopo, la SIGG si muove in prima linea per promuovere programmi di attività fisica in collaborazione con gli Enti di promozione sportiva e con le Federazioni sportive.Anche il PNRR fa attenzione a questo aspetto, prevedendo tra i suoi obiettivi l’aumento dell’aspettativa di vita in buona salute, obiettivo che va certamente declinato in interventi di prevenzione destinati alle fasce di età più giovani.

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