I 4 disturbi visivi della terza età

29 gennaio 2020 Salute e prevenzione
I 4 disturbi visivi della terza età

I 4 disturbi visivi della terza età

L’innalzamento della popolazione anziana porta con sé l’incremento della percentuale di persone con patologie legate alla senilità, in primis quelle della vista. Si tratta di malattie che hanno conseguenze non solo sulla salute, ma anche sulla vita sociale degli anziani. Infatti, la diminuzione della capacità visiva porta al progressivo abbandono di passioni e abitudini (come la lettura, la visione di un film) e la difficoltà nei movimenti. La paura di cadere e quella di non vedere dove si mettono i piedi, portano l’anziano a restare in casa, con conseguente isolamento sociale.

Come spesso accade, però, la repentina individuazione della patologia permette di intervenire, con cure e terapie, in modo da rallentarne il decorso.

Vediamo quindi le principali patologie della vista che colpiscono gli over 65.

Cataratta senile

Si è soliti dire che la “cataratta scende”. Questo dipende dall’origine greca del nome, che significa cascata. In realtà la causa della cataratta non è la discesa di una patina sull’occhio, ma è la progressiva opacizzazione del cristallino.

Tale fenomeno è presente, in misura diversa, in tutti gli ultrasessantenni, ma solo nei casi più acuti comporta serie problematiche, che vanno da una “vista annebbiata”, alla percezione alterata dei colori, passando per la diplopia, ovvero la visione sdoppiata di un oggetto, fino ad arrivare alla perdita progressiva della capacità visiva. Al completamento delle opacità, quando cioè la cataratta è matura, la pupilla diventa grigia e la vista è completamente perduta.

Se è vero che la cataratta è molto diffusa tra la popolazione anziana, tanto da essere quasi fisiologica, è altrettanto vero che ci sono dei fattori che ne favoriscono l’insorgenza: fattori ereditari, diabete mellito, terapie steroidee protratte a lungo.

Al di là dell’utilizzo di lenti protettive contro i raggi del sole, non ci sono ad oggi terapie preventive. Si può intervenire solo a posteriori, una volta che la malattia è stata conclamata, con un intervento chirurgico di facoemulsificazione poco invasivo. Tale procedura, eseguita in anestesia locale e in regime ambulatorio, consiste nella sostituzione del cristallino con uno artificiale.

Presbiopia

La presbiopia è forse la più frequente delle patologie che si manifestano in terza età. Questa comporta la difficoltà di mettere a fuoco gli oggetti posizionati vicino all’occhio (classico esempio è rappresentato dalla difficoltà di leggere un giornale o un libro, poiché i caratteri appaiono sdoppiati e sfocati).

La causa della presbiopia risiede nella perdita di elasticità del cristallino, quella “lente” naturale nel nostro occhio che ci permette, appunto, di mettere a fuoco le immagini modificando il proprio potere diottrico.

La correzione della presbiopia avviene tramite l’utilizzo di lenti da vista, che non sono però definitive. L'avanzare dell’età, infatti, può portare ad una progressione della patologia, rendendo necessaria la sostituzione delle lenti. È dunque fondamentale programmare visite periodiche dall’oculista.

Degenerazione maculare senile

Questa è forse una delle patologie più gravi legate alla vista, poiché compromette seriamente la vita di tutti i giorni dell’anziano.

I sintomi più comuni della malattia sono: visione alterata dei colori, diminuzione della vista centrale, percezione distorta delle immagini (molto comune per esempio è la visione distorta di una linea dritta). Nella fase più acuta della patologia si riscontra spesso la presenza di uno scotoma centrale, ovvero cecità nella parte centrale dell’occhio, mentre la vista periferica resta perfettamente intatta.

La degenerazione maculare si distingue in due tipologie:

  • maculopatia atrofica (secca), più comune
  • maculopatia essudativa (umida), più rara e molto più aggressiva 

La causa della malattia è la progressiva, e incurabile, degenerazione della macula, la parte centrale della retina, dedita alla distinzione di colori e immagini.  Le donne sono maggiormente a rischio di contrarla, rischio che aumenta anche con l’avanzare dell’età.

Anche per questa patologia non ci sono vere e proprie cause scatenanti se non una correlazione con predisposizione genetica, fumo, alcol e ipertensione arteriosa.

Come già detto l’impossibilità di cura della malattia non permette la sua eliminazione, ma è pur sempre possibile intervenire per preservare ciò che è rimasto intatto: possono essere fatti esercizi riabilitativi per mantenere allenata la vista periferica o utilizzare ausili ottici.

Glaucoma cronico

La sintomatologia più comune di questa patologia è la progressiva riduzione del visus del paziente. Le cause di questa tipologia di glaucoma si trovano nell’impossibilità dell’umor acqueo (che veicola nutrienti ad alcuni componenti dell’occhio) di defluire normalmente. Tale accumulo provoca una pressione a livello intraoculare con compressione del nervo ottico e conseguente danneggiamento. Il danno è subito anche dalle fibre nervose che inviano gli stimoli visivi al cervello. La malattia si distingue in:

  • primitiva, dovuta al mal funzionamento del sistema di deflusso dell’umor acqueo
  • secondaria, dove le patologie sono locali e sistemiche

Al netto del rischio dovuto all’età (più di 65 anni), ci sono altri fattori da prendere in considerazione come cause del glaucoma cronico: la predisposizione familiare, l’ipertensione arteriosa, una terapia steroidea prolungata nel tempo e il diabete mellito.

Poiché la restrizione del campo visivo è graduale e la malattia non ha una cura, è importantissima una diagnosi precoce, per intervenire repentinamente con una terapia cronica che si differenzia a seconda dello stadio della malattia. Ad uno stadio iniziale si può intervenire con il semplice utilizzo di colliri che permettono di ridurre la pressione intraoculare. Ne esistono di diverse tipologie e con diversi meccanismi d’azione: miotici, simpaticomimetici, beta-bloccanti, inibitori dell’anidrasi carbonica, derivati dalle prostaglandine. Ad uno stadio successivo, e qualora i colliri non avessero dato i risultati sperati, si può intervenire con una terapia sistemica con utilizzo di farmaci. Qualora anche questa si rivelasse fallimentare, si può pensare ad un intervento al laser o chirurgico.

Come visto, i disturbi legati alla vista possono essere molteplici e di diversa intensità. In ogni caso è fondamentale il celere intervento del medico di base, il quale potrà valutare la gravità della malattia e indirizzarvi da un oculista specialista che, grazie ad esami specifici e diagnostica per immagini, potrà fare una valutazione precisa e indicare la terapia da seguire.

Per evitare che le malattie della vista vi colgano impreparati è comunque preferibile pianificare controlli regolari dall’oculista, in modo da agire tempestivamente, qualora si riscontrasse una di queste patologie, e preservare la vista il più a lungo possibile.

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