Demenza senile, combatterla con il potenziamento cognitivo

12 dicembre 2019 Salute e prevenzione
Demenza senile, combatterla con il potenziamento cognitivo

Demenza senile, combatterla con il potenziamento cognitivo
Come tutti noi sappiamo, l’insorgere della demenza senile comporta una serie di problematiche tra cui la più evidente è la progressiva perdita del funzionamento cognitivo.
Questo processo è irreversibile, non si può cioè recuperare quello che si è perduto. Si può però intervenire, operando sia a livello cognitivo sia tramite altri canali, per rallentare il più possibile il suoprogresso, garantendo così una migliore qualità di vita all’anziano e a chi gli sta attorno.

Agire sull’ambiente
La prima strategia da prendere in considerazione è anche quella meno invasiva e prevede un intervento, o meglio un non intervento, sull’ambiente che circonda l’anziano.
Per garantire una maggiore facilità nel ricordo dell’anziano, che potrebbe non prestare troppa attenzione a piccoli dettagli e spostamenti, trovandosi così spiazzato di fronte un’ambiente diverso eai suoi occhi sconosciuto, risulta necessario mantenere inalterato l’ambiente casalingo, o quei luoghi che l’anziano frequenta maggiormente.
Altro suggerimento è quello di intervenire sulle stanze abitate dall’anziano con segnali e indicazioni di facile comprensione (per esempio con un cartello sul cassetto o sulla dispensa delle medicine)

Agire sulla persona
Come spesso succede, la chiave di tutto sta nell’allenamento. Questa volta però si tratta di quello mentale, non fisico.
Se infatti non si possono recuperare le competenze cognitive perdute, si possono rinforzare:

  • Le competenze cognitive residue, allenando la memoria dichiarativa e procedurale
  • Le capacità emotive, facendo ricordare esperienze emotivamente piacevoli e positive
  • Le abilità comportamentali, rinforzando positivamente i comportamenti positivi e inibendo quelli controproducenti

Questo è possibile perché il cervello umano, anche in età avanzata, conserva una buona elasticità,permettendo quindi di intervenire su di esso con esercizi che ne rafforzano le capacità intellettive. Ci si allontana dunque sempre di più dalla vecchia teoria che vedeva il cervello come organo statico e destinato solo a deteriorarsi con il passare degli anni, in favore di una visione che contempla lapossibilità di intervenire su di esso ripristinando o potenziando certe capacità.

Agire a livello cognitivo
La chiave del training cognitivo sta nella sua applicabilità alla vita di tutti i giorni (grazie a esercizi ispirati a compiti usuali per un anziano) e agli stimoli che fornisce (in grado di fare sviluppare nuove connessioni neuronali).

Proprio come gli esercizi da eseguire in palestra, anche quelli cognitivi funzionano solo se ripetuticon costanza e dedizione. Grazie ad essi si possono modificare i ricettori biochimici che influenzano il funzionamento di diverse tipologie di memoria, aumentando i neurotrasmettitori, come la dopamina, utile per la capacità di ragionamento, il problem solving e per la memoria in generale.

A cappello di tutto sta sempre la capacità di mantenere il buonumore; con questo s’intende la necessità di continuare a praticare le attività che danno gioia e a frequentare le persone che danno serenità.

Azione sul caregiver
Spesso quando parliamo di anziani o malati ci scordiamo di chi, insieme a loro, vive la malattia o le difficoltà dovute alla demenza: i famigliari che si occupano dei loro cari.
E, così come si attivano servizi e sostegno per chi vive in prima persona le difficoltà della demenza, è altrettanto corretto valutare la possibilità di attivare servizi psico-sociali anche per i loro caregiver.

Se a questo si aggiungono la creazione di una rete di sostegno per tutti i caregiver, gruppi di auto aiuto,sportelli informativi per trovare sostegno morale, psicologico e scambiarsi informazioni è possibile ritardare il più possibile l’eventuale momento di istituzionalizzazione.

Questa strategia di allenamento delle capacità cognitive non necessariamente deve essere messa inatto una volta partito il processo di demenza; al contrario, esercitare la mente è un ottimo sistema di prevenzione consigliabile per posticipare il processo di decadimento e favorire una serena vecchiaia.

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