Piano Nazionale Cronicità

21 luglio 2016
Piano Nazionale Cronicità

Il fenomeno della cronicità ha una significativa portata nel Sistema sanitario ed è in progressiva crescita: si stima che circa il 70-80% delle risorse sanitarie nei paesi avanzati sia oggi speso per la gestione delle malattie croniche e che nel 2020 le stesse rappresenteranno l’80% di tutte le patologie nel mondo.
Il Piano, che richiama autorevoli modelli internazionali, prende le mosse dall’attuale contesto di riferimento, caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione (in Italia la percentuale di “over 65” sul totale della popolazione è pari al 21,2%), dal conseguente aumento dell’incidenza delle malattie croniche e dal permanere di differenze assistenziali nelle singole realtà regionali.

Il Piano nazionale della cronicità arriva sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni per l’ok definitivo. Il Piano, spiega il ministero, definisce a livello nazionale un “disegno strategico per la gestione della cronicità che le singole regioni potranno attuare sul proprio territorio in considerazione della propria storia, dei servizi e delle risorse disponibili”. Poi, detta linee di indirizzo sulle patologie con caratteristiche e bisogni assistenziali specifici, quali:

  • malattie renali croniche e insufficienza renale, malattie renali croniche in età evolutiva;
  • artrite reumatoide e artriti croniche in età evolutiva;
  • rettocolite ulcerosa e malattia di Crohn;
  • insufficienza cardiaca;
  • malattia di Parkinson e parkinsonismi;
  • broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e insufficienza respiratoria, insufficienza respiratoria in età evolutiva, asma in età evolutiva;
  • malattie endocrine in età evolutiva.

La domanda di servizi sanitari per soggetti anziani con patologie croniche negli ultimi anni è diventata sempre più alta. È stato calcolato che quasi un terzo delle visite generiche e di quelle specialistiche sia erogato alla popolazione multi-cronica e, di queste, circa il 30% a persone con patologie croniche gravi. Nel 2010 la spesa per ricoveri ospedalieri è stata attribuita per il 51% alla fascia di età over 65. In questa fascia di età si concentra anche il 60% della spesa farmaceutica territoriale mentre la spesa pro capite di un assistito di età over 75 è 11 volte superiore a quella di una persona appartenente alla fascia 25-34 anni. La circostanza che i malati cronici assorbono quote progressivamente crescenti di risorse al crescere del numero di malattie è confermata anche da dati regionali. In Lombardia nel 2013 il rapporto tra la spesa sanitaria pro-capite di un paziente non cronico e la spesa pro-capite di un paziente con 4 patologie croniche è stata di 1/21,5. Per un paziente con 3 patologie lo stesso rapporto è di circa 1/12, per due patologie è di 1/7,3, e per una patologia di 1/4. Nel corso del tempo la spesa totale della Regione per le malattie croniche risulta aumentata dal 2005 al 2013 del 36%.

il Piano fornisce indicazioni per favorire il funzionamento delle reti assistenziali, con una forte integrazione tra l’assistenza primaria, centrata sul medico di medicina generale, e le cure specialistiche; la continuità assistenziale; l’ingresso quanto più precoce della persona con malattia cronica nel percorso diagnostico-terapeutico multidisciplinare; il potenziamento delle cure domiciliari e la riduzione dei ricoveri ospedalieri, anche attraverso l’uso di tecnologie innovative di “tecnoassistenza”; lo sviluppo di modelli assistenziali centrati sui bisogni “globali” del paziente e non solo clinici.

Prevenzione e miglioramento del percorso assistenziale sono fra gli obiettivi principali indicati dal ministero per ridurre “il peso clinico, sociale ed economico” della malattia. Finalità da perseguire attraverso “la prevenzione primaria, la diagnosi precoce, l’educazione e l’empowerment del paziente, nonché mediante la prevenzione delle complicanze, che spesso sono responsabili dello scadimento della qualità di vita della persona e che rappresentano le principali cause degli elevati costi economici e sociali delle malattie stesse”.

Infine, il Piano Nazionale della Cronicità sarebbe “una svolta importante” nell’approccio alla malattia: “La persona diviene il centro del sistema di cure, grazie alla costruzione di percorsi diagnostico-terapeutici che la inseriscono in un piano di assistenza il più possibile personalizzato; il paziente quindi non è più utente ‘passivo’ delle cure, ma collabora attivamente alla gestione della sua condizione, arrivando a definire con l’équipe un percorso di cura che gli consenta di convivere con il suo quadro patologico e di ‘fare fronte’ alla patologia”, conclude la nota del ministero.

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