Microbioma: confermate importanti influenze su obesità, diabete, allergie e Parkinson

3 aprile 2018
Microbioma: confermate importanti influenze su obesità, diabete, allergie e Parkinson

“Solo” batteri intestinali? Tutt’altro: il microbiota, soprattutto quello intestinale – attualmente il più studiato – ricoprirebbe un ruolo importante in diverse patologie.
La tesi ha fatto i suoi primi passi nel campo della ricerca contro l’obesità. Ad esempio, trasferendo il microbioma da donne obese a topi di laboratorio, attraverso trapianti, si è registrato un considerevole aumento di peso anche negli animali. I risultati confermerebbero quanto già sotto esame da tempo: la popolazione batterica intestinale potrebbe non permettere il corretto metabolismo dei cibi, provocando appunto l’obesità.

Per non parlare delle patologie che colpiscono proprio l’intestino, come le malattie infiammatorie croniche (Morbo di Crohn e colite ulcerosa) e non, come i diverticoli, che sarebbero i maggiori candidati ad un nesso causale con il microbioma. E proprio nella sua manipolazione si potrebbero trovare nuove strategie di cura, proprio attraverso il trapianto di un microbiota modificato ad hoc, come già si fa per infezioni gravi dove gli antibiotici abbiano già fallito: è il caso del batterio killer degli ospedali, il Clostridium, già trattato con il microbioma. Oppure nel caso di malattie gastroenterologiche, come i calcoli della cistifellea, causati da batteri che fanno diminuire i sali biliari. E sono già emerse evidenze di un rapporto con i tumori del colon e col diabete.
Anche le malattie autoimmuni e le allergie potrebbero essere coinvolte, a causa, potenzialmente, di una scorretta modulazione del sistema immunitario da parte del microbiota.

Non per ultime, le malattie del sistema nervoso centrale, da tempo sotto studio dei ricercatori, secondo cui esisterebbe una relazione importante con il morbo di Parkinson e pure l’autismo, che mostrerebbe segni di miglioramento per alcuni sintomi in presenza di una dieta senza glutine.

Dunque, si lavora sotto due profili: quello della diagnosi precoce, attraverso l’identificazione di profili di microbioma, e quello terapeutico, per l’intervento e il trattamento diretto delle patologie.

Cosa influenza il nostro microbioma?

Sarebbero almeno 70 i fattori da tenere in considerazione. Per dirne alcuni: sesso, età, stato di salute, stile di vita, fumo, animali domestici, assunzione di farmaci e alimentazione. Questi ultimi sarebbero i due fattori più importanti. Ad esempio, antibiotici, ormoni, come anticoncezionali o terapie per la menopausa, avrebbero effetti importanti, sia positivi, sia negativi. E sulla tavola cosa mettere? Sì a vino rosso, thè, yogurt e caffè; no a eccessi di pane e pasta, bibite gassate e latte intero. Ciò significa che il futuro della dieta, passerà anche dall’analisi e profilazione del proprio microbioma.


 

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