Demenza: il suo svilupparsi associato ai livelli di magnesio nel sangue?

19 ottobre 2017 Salute e prevenzione
Demenza: il suo svilupparsi associato ai livelli di magnesio nel sangue?

Il magnesio è un elemento importantissimo per il nostro organismo dal momento che è responsabile di un gran numero di funzioni.
Innanzitutto permette un’attività equilibrata del sistema nervoso e svolge un’azione distensiva e calmante attenuando l’eccitabilità dei nervi. Di questa azione calmante ne beneficiano anche i muscoli: corretti livelli di magnesio aiuteranno a sciogliere più velocemente i crampi. La presenza di questo prezioso minerale riduce anche le tensioni come il mal di testa, i dolori allo stomaco, la tachicardia e l’intestino irritabile.

Il fabbisogno giornaliero per un adulto è di 5-6 mg per ogni chilo di peso corporeo. Durante i periodi di forte stress, però, i livelli di magnesio nel sangue tendono a calare e c’è il rischio che insorgano disturbi neuromuscolari, malattie cardiocircolatorie e gastrointestinali.

L’importanza della presenza di equilibrati livelli di magnesio nel sangue è stata messa in luce da un recente studio i cui risultati, però, vanno presi con estrema cautela.

Lo studio Secondo questa ricerca coordinata da Brenda Kieboom dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, una carenza o un eccesso di magnesio sarebbero collegati ad un incremento del 30% della probabilità di deterioramento cognitivo.

Per otto anni oltre 9.500 over 65, dei quali erano disponibili i dosaggi di magnesio nel sangue, sono stati seguiti registrando i casi di demenza. Lo scopo era di verificare se vi fosse una correlazione fra i livelli del minerale e la comparsa di demenza.

Dall’analisi emerge che eccessi e carenze di magnesio sono associate ad un maggior rischio demenza che sarebbe superiore di circa il 30% rispetto a chi ha livelli standard.

I limiti e le criticità La ricerca ha messo in luce un’importante correlazione ma ci sono due grandi limiti che potrebbero aver influenzato i risultati:

  • in primis erano pochissimi i partecipanti che avevano livelli di magnesio veramente al di fuori della norma. Si trattava principalmente di oscillazioni che comunque rimanevano nel range ritenuto accettabile dai medici;
  • altro grande limite risiede nel fatto che alla maggior parte dei partecipanti è stata fatta una sola rilevazione dei livelli di magnesio, che nel corso del tempo possono essere mutati e che, comunque, non sempre sono indicativi di quanto ce n’è effettivamente nell’organismo.

Il valore scientifico Lo studio, i cui risultati vanno assolutamente presi con le pinze, mette in luce una correlazione tra livelli di magnesio e probabilità di demenza.

Non sono ancora noti i meccanismi con cui il magnesio influenzerebbe il deterioramento cognitivo ma, qualora questi venissero accertati, basterebbe regolare il dosaggio del minerale per uno screening delle persone con maggiore probabilità di ammalarsi di demenza.

“Se potessimo ridurre il pericolo con una dieta che garantisca un buon equilibrio dei livelli di magnesio sarebbe già un passo avanti” afferma la dottoressa Kieboom.

I bisogni del paziente Nel nostro Paese sono quasi un milione le persone affette da deficit cognitivi e demenza, patologie che privano il paziente del proprio essere, della propria vita e della propria memoria. Anche per questa ragione è fondamentale prestare attenzioni e cure ai nostri famigliari malati.

Non sempre, però, per ragioni legate al lavoro e ai mille altri impegni della vita quotidiana, si riesce a far fronte personalmente a questa esigenza di assistenza continua. Un sopporto è necessario, sia per il malato, sia per la sua famiglia.

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