Alti livelli di zucchero e demenza: uno stretto legame

8 febbraio 2018
Alti livelli di zucchero e demenza: uno stretto legame

Uno studio dell’Imperial College di Londra, pubblicato sulle pagine di Diabetologia, riporta un collegamento tra livello di glucosio nel sangue e demenze. In sostanza, ad una maggiore glicemia corrisponde un più rapido declino cognitivo e la possibile comparsa dell’Alzheimer. Dunque lo zucchero, già sotto la lente d’ingrandimento per una serie di patologie ad esso collegate, assumerebbe un ruolo di primo piano anche per il nostro cervello.
Lo studio che dimostrerebbe questa tesi ha preso in considerazione un campione di persone a partire dai 50 anni di età. Nei bienni 2004/2005 e 2014/2015 sono stati monitorati oltre 5000 soggetti e sono stati osservati nelle loro diverse capacità cognitive: percezione, memoria, ragionamento e attenzione. Il gruppo di ricercatori guidati da Wuxiang Xie ha studiato i dati provenienti da un’indagine di ampio respiro, l’English Longitudinal Study of Aging, iniziata già nel 2002.

Nel mirino della ricerca anche i livelli di HbA1c, l’emoglobina glicata, indicatore della concentrazione degli zuccheri nel sangue nel corso del tempo.

Studiando il naturale declino cognitivo causato dall’invecchiamento, riscontrato in tutti i partecipanti, sono infatti stati rilevati maggiori livelli di HbA1c nei soggetti colpiti maggiormente.

Quindi anche i non diabetici devono stare attenti, perché l’HbA1c può essere alta anche in assenza della patologia. Spiegano i ricercatori: “I risultati mostrano una correlazione lineare tra i livelli circolanti di HbA1c e il declino cognitivo, indipendentemente dalla malattia”.

Nonostante questa correlazione non sia ancora stata chiarita dal punto di vista delle dinamiche biochimiche, è sempre più evidente la salubrità di una dieta con pochi zuccheri. “Tenere sotto controllo i livelli di zuccheri o carboidrati è molto importante per tutti, anche per chi non ha il diabete”, ha precisato Rosebud Roberts della Mayo Clinic – che non ha fatto parte dell’équipe coinvolta nello studio  - a The Atlantic. “Un’alimentazione equilibrata può fare davvero la differenza”.

Quindi, attenzione anche ai non diabetici: meno zucchero per tutti, soprattutto quando l’età avanza.

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