Il pasto in ospedale

10 maggio 2013 Studi e ricerche
Il pasto in ospedale

Può capitare a molte persone di passare prima o poi qualche giorno in ospedale, soprattutto con l'avanzare della età questa situazione può verificarsi più spesso ed anche per più giorni. Proprio perché stare in ospedale rappresenta già di per sé un momento difficile diventa importante che le condizioni di ricovero siano le migliori possibili e che il paziente riesca a sentirsi a suo agio.
Il momento del pasto poi contribuisce moltissimo a rendere questa condizione più accettabile, tanto che anche iI Consiglio d'Europa ha recentemente ricordato che "la nutrizione in sede di degenza è parte integrante della terapia clinica e che il ricorso al cibo rappresenta il primo e più economico strumento per il trattamento della malnutrizione".

Negli anziani infatti è facile ritrovare situazioni di malnutrizione che a volte in ospedale, come sottolinea il Consiglio Ue, vengono sottovalutate anche se presenti già all'inizio del ricovero e che possono aumentare durante la degenza. Il pasto in ospedale quindi, se risulta gradito, gustoso e appetibile, (e anche ben "somministrato") rende meno pesante il ricovero e può anche contribuire, in certi casi, a migliorare lo stato di nutrizione del paziente.

Riprendendo quanto indicato dalla Unione europea, il Ministero della Salute ha emanato delle Linee guida per la ristorazione ospedaliera che sottolineano l'importanza del pasto servito in ospedale: questo oltre ad essere equilibrato negli aspetti nutrizionali e di buona qualità per le sue caratteristiche organolettiche (gusto, aspetto, presentazione), deve essere variato così da stimolare un approccio positivo nei confronti del cibo.
A questo proposito nel documento ministeriale viene ricordato che il pasto consumato in ospedale "deve divenire un momento di educazione alimentare e di vera e propria cura": dovrebbe servire quindi a far comprendere al paziente ricoverato come sia importante acquisire buone abitudini alimentari per "stare in salute".


Tutto questo dal punto di vista teorico è sicuramente corretto, ma a volte la realtà è diversa. Il pasto in ospedale infatti presenta alcune criticità difficili da risolvere, per lo più legate all'organizzazione del servizio stesso: la distribuzione dei pasti che richiede molto tempo e un numero elevato di persone per il servizio nei vari reparti dislocati in zone anche molto lontane tra loro; gli orari di consumo spesso molto diversi dalle comuni consuetudini; la presenza di persone ricoverate di tutte le età e culture che hanno quindi abitudini alimentari differenti; a questo si aggiungono pazienti con problemi di mobilità e con specifiche malattie per cui sono necessarie diete particolari.
Il pasto, strutturato in un menù solitamente stagionale, viene servito o con il vassoio personalizzato o con il sistema di distribuzione dai contenitori; la persona ricoverata solitamente può scegliere tra alcune proposte e ormai quasi dovunque è presente un sistema di rilevazione della graduabilità per conoscere ciò che viene percepito in termini di qualità del servizio. Tutto questo evidenzia la complessità del sistema che deve essere gestito da professionisti con competenze diverse; in questi ultimi anni comunque è cresciuta molto l'attenzione nei confronti di questo tipo di ristorazione sia per quanto riguarda menù, variati ed equilibrati nello stesso tempo, che per gli aspetti tecnico-gestionale di preparazione e distribuzione del pasto.Fonte: muoversi insieme

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